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I BES (bisogni educativi speciali) riguardano difficoltà di apprendimento causate da fattori di svantaggio sociale, culturale o disturbi evolutivi specifici. it-IT Editoriale 2023-06-28T17:41:24+02:00
Docenti di sostegno

Cosa sono i BES? Tipologie, normativa e linee guida per l'inclusione

I BES (bisogni educativi speciali) riguardano difficoltà di apprendimento causate da fattori di svantaggio sociale, culturale o disturbi evolutivi specifici.

Simone Esposito
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Bambino bes legge 1BES è l'acronimo di "Bisogni Educativi Speciali". Una conoscenza approfondita dei BES e della tematica dell'inclusione fa parte del bagaglio professionale non solo degli insegnanti di sostegno, ma di ogni docente, per il corretto svolgimento della sua attività didattica.

Negli ultimi anni si è assistito a un costante aumento sia dei BES in sé, sia dell'attenzione rivolta alle strategie di inclusione. Proponiamo di seguito una piccola guida per introdurre docenti e aspiranti tali all'argomento.

Normativa relativa ai BES a scuola. Cosa si intende per bisogni educativi speciali

La sigla BES include una fenomenologia molto ampia di situazioni e condizioni specifiche che richiedono interventi didattici specifici. Nel corso degli anni la definizione stessa di BES si è evoluta e a suo supporto è stata prodotta una normativa sempre più attenta all'inclusione.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ad esempio definisce BES:
"Qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento permanente o transitoria in ambito educativo o di apprendimento, dovuta all'interazione tra vari fattori di salute e che necessita di educazione speciale individualizzata"Sulla stessa lunghezza d'onda l'UNESCO che interpreta i BES nella seguente maniera:
"Tutti quei bambini e giovani i cui bisogni derivano da disabilità oppure difficoltà di apprendimento"
Secondo la legislazione italiana in materia di istruzione, nella Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013, si parla di BES in una delle seguenti condizioni:
"Svantaggio sociale e culturale, i disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, le difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse"Già ad un primo sguardo si può dunque notare come i fattori che definiscono i BES siano molteplici. In sintesi però è possibile affermare che si parla di bisogni educativi speciali nel caso uno studente presenti conclamate difficoltà nell'apprendimento che necessitano di una didattica individualizzata.

La direttiva del 27 dicembre 2012 in merito agli "Strumenti d'intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica" ha inoltre allargato l'applicazione della didattica inclusiva anche a quei BES che presentano problematiche nell'apprendimento non certificabili.

Secondo la normativa dunque i bisogni educativi speciali possono essere suddivisi nelle tre seguenti categorie:

  • Disabilità (L.104/1992). Questa condizione prevede un trattamento specifico e separato, che va oltre quanto previsto per gli altri tipi di BES;
  • Disturbi evolutivi specifici (come DSA, deficit di attenzione e iperattività L. 53/2003 e 170/2010);
  • Disturbi legati a fattori socio-economici, linguistici e culturali (BES in senso stretto - L. 53/2003).

Cosa cambia tra DSA e BES

Si fa spesso confusione tra DSA, i "Disturbi Specifici dell'Apprendimento" e BES. Le due sigle non sono da usare come sinonimi, anche se è possibile dire che i BES includono all'interno della propria casistica i DSA. In altri termini, è possibile definire i DSA come un sottogruppo del più generico insieme dei BES.

I DSA comprendono dunque casi di:

  • Dislessia
  • Disortografia
  • Disgrafia
  • Discalculia

Le patologie possono essere in forma lieve, moderata o grave e devono essere adeguatamente diagnosticate da professionisti specializzati. Non certificano un minore potenziale cognitivo ma piuttosto dei deficit specifici in alcune aree dell'apprendimento e dello sviluppo.

Bisogni educativi speciali e didattica inclusiva

L'attenzione rivolta alla normativa relativa ai BES, e alla loro definizione, è fondamentale per la definizione di strategie e metodologie di didattica inclusiva. L'obiettivo dei docenti è infatti quello di fornire un insegnamento che si adatti alle esigenze degli studenti BES e allo stesso tempo li aiuti a raggiungere un adeguato livello di preparazione.

L'eterogeneità dei bisogni educativi speciali non permette di parlare di una e vera e propria didattica BES. Le strategie devono quindi essere approntate in base alle specificità della diagnosi o della situazione di svantaggio. Basti pensare ad esempio che dal 3 aprile 2019, tramite nota MIUR 562, anche gli alunni plusdotati sono da intendere come BES. L'obiettivo comune rimane comunque fornire una didattica adeguata all'unicità dello studente.

In genere, è importante garantire agli studenti BES:

  • L'utilizzo di strumenti compensativi, ovvero sussidi e tecnologie didattiche a supporto dell'apprendimento, per sopperire ai deficit specifici;
  • Il ricorso a misure dispensative che esonerino lo studente dallo svolgimento di alcune attività o compiti che non possono essere affrontati correttamente per via della problematica individuale;

Più in generale è dunque corretto dire che gli studenti con bisogni educativi speciali devono poter beneficiare di una didattica personalizzata che ne favorisca l'inclusione tramite l'utilizzo di apposite metodologie e strategie educative.

La valutazione terrà dunque conto delle necessità specifiche dell'alunno ma allo stesso tempo non condurrà ad una differenziazione. Il senso degli strumenti compensativi e delle misure dispensative è dunque quello di far sostenere all'alunno le stesse prove dei compagni normotipici, ma in maniera accessibile e coerente con le sue potenzialità.

PDP E PEI: la didattica inclusiva per i BES

A proposito di didattica inclusiva, si sente spesso parlare di PDP e PEI. Questi sono due documenti che vanno a regolare proprio la proposta didattica degli studenti con disabilità o bisogni educativi speciali. Proprio come nel caso della differenza tra BES e DSA, spesso si tende a confonderli, ma sono in realtà due cose molto diverse:

  • PEI: Il PEI, ovvero il "Programma Educativo Individualizzato" è un documento pensato per gli alunni che presentano una disabilità certificata. Viene redatto all'inizio dell'anno scolastico e presenta obiettivi e attività didattiche tarate sulla base di obiettivi prefissati. È obbligatorio nel momento in cui la disabilità è certificata.
  • PDP: Il "Programma Didattico Personalizzato" è il documento relativo ai BES e ai DSA. Viene redatto nel caso di una disabilità non certificata o in quello di difficoltà economiche, sociali e linguistiche. Non è obbligatorio come il PEI ed è più da considerarsi come uno strumento formale del docente per definire le strategie e le metodologie didattiche da utilizza.

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