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Il disturbo oppositivo provocatorio genera nel bambino un comportamento di oppositività e sfida persistente inappropriato per l’età. Come gestirlo a scuola. it-IT Editoriale 2023-06-28T17:43:13+02:00
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Disturbo oppositivo provocatorio. Cosa è? Consigli per gestirlo a scuola

Il disturbo oppositivo provocatorio genera nel bambino un comportamento di oppositività e sfida persistente inappropriato per l’età. Come gestirlo a scuola.

Simone Esposito
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Il DOP, disturbo oppositivo provocatorio, è un disturbo neuropsichiatrico che genera nel bambino pattern comportamentali caratterizzati da un eccesso di irritabilità e ostilità. Questo lo porta ad avere un atteggiamento per l'appunto oppositivo, caratterizzato da un persistente senso di sfida verso l'adulto.

Il disturbo oppositivo provocatorio è una variante dell'ADHD, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. È tra i più diffusi in età scolastica e sette insegnanti su dieci affermano che i bambini affetti da DOP sono quelli con cui è più difficile instaurare un rapporto e a cui insegnare a gestire la propria emotività.

Cosa è il disturbo oppositivo provocatorio

Il disturbo oppositivo provocatorio è caratterizzato da due classi di problematiche differenti:

  • Tendenza a comportamenti aggressivi;
  • Tendenza a infastidire e irritare le alte persone.

Va da sé che un soggetto DOP avrà difficoltà a interagire con gli altri bambini e con gli adulti, specie nel caso di figure come gli insegnanti che rappresentano un'autorità in un ambiente come la scuola.

Un bambino affetto da disturbo oppositivo provocatorio rifiuterà quindi di seguire le regole richieste dagli adulti e li sfiderà. I tentativi dell'adulto di riportarli sui binari provocheranno fastidio, perdita di calma e pazienza e comportamenti rabbiosi, rancorosi e vendicativi. Il soggetto inoltre tenderà a non assumersi mai la responsabilità delle sue azioni.

Quest'ultimo aspetto è particolarmente rilevante perché è segno di quelli che sono i problemi metacognitivi di questi bambini: essi infatti faticano a sviluppare la consapevolezza degli stati mentali delle altre persone, non tenendo quindi conto di esigenze, sentimenti o aspettative.

Cause e diagnosi del DOP

Come nel caso di molti disturbi psichici, non è facile risalire a una causa unica. Nel caso del disturbo oppositivo provocatorio i fattori di rischio possono essere:

  • Biologici: Alterazione del funzionamento dei lobi frontali, in particolar modo del sistema di attivazione e inibizione di certi comportamenti rispettivamente più o meno attivi della norma, che portano a uno scarso controllo di determinate azioni. Un altro fattore è il basso livello di serotonina che, accoppiato a un eccesso di testosterone, va ad accentuare l'aggressività;
  • Ambientali: I fattori ambientali si possono innestare su fattori biologici già presenti. Sono principalmente legati al disagio socioeconomico familiare, alle poche dimostrazioni di affetto verso il bambino, alla scarsità di interazioni positive o a un attaccamento di tipo disfuzionale, come ad esempio uno stile relazionale coercitivo.

La diagnosi del DOP non è semplice. Comportamenti sfidanti non sono infatti necessariamente da patologizzare e possono essere segnale di una situazione transitoria. In ogni caso, il processo diagnostico comprende:

  • Interviste con i genitori e il bambino, sia insieme che separatamente e con gli insegnanti;
  • Ricostruzione della storia psico-sociale della famiglia;
  • Analisi dei quaderni scolastici per valutare eventuale disturbi dell'apprendimento che possono essere correlati;
  • Visita neurologica;
  • Valutazione delle abilità comportamentali, intellettive ed emotive.

Disturbo oppositivo provocatorio a scuola. Come affrontarlo

L'insegnante ha un ruolo fondamentale nel processo di riduzione degli atteggiamenti conflittuali e litigiosi del bambino affetto da DOP. Questi soggetti infatti sono caratterizzati da una bassa stima di sé, la sensazione di non riuscire nei compiti assegnati e una scarsa tendenza a fare gruppo.

Bisogna dunque che il docente metta da parte atteggiamenti rigidi, punitivi e autoritari. Il bambino con disturbo oppositivo provocatorio non ha infatti l'intenzione di comportarsi male, né si comporta in un certo modo concognizione di causa.

Allo stesso tempo non bisogna approcciarsi con rassegnazione. I tratti disfunzionali del bambino non vanno infatti accettati passivamente pensando che sono caratteristiche della personalità immutabili.

Un atteggiamento negativo nei confronti del bambini andrebbe peraltro ad alimentare quel senso di competizione da lui stesso sviluppato, aumentando l'aggressività e la possibilità di comportamenti violenti. Che strategie utilizzare allora?

Alcune strategie per gestire un alunno con DOP a scuola

Ecco quindi alcune strategie che è possibile mettere in atto per favorire l'inserimento di uno studente con disturbo oppositivo provocatorio in una classe e, contestualmente, aiutarlo a risolvere i tratti disfunzionali del suo comportamento.

  • Non usare le sue modalità comunicative: Non bisogna rispondere alla rabbia con la rabbia. Per quanto il comportamento di un soggetto affetto da DOP possa essere difficile da sostenere, non bisogna rispondere con una comunicazione basata sulla rabbia o sull'insofferenza. Anche l'autorità deve essere presentata in maniera positiva e costruttiva;
  • Mostrare ascolto e comprensione: Ascoltare non significa legittimare il comportamento disfunzionale. Farsi spiegare le ragioni della rabbia e provare a comprenderle è invece un buon punto di partenza per proporre comportamenti più funzionali e instaurare un rapporto costruttivo;
  • Ricorrere a rinforzi positivi e stimolare le abilità peculiari: È molto opportuno ricorrere a lodi e gratifiche per sottolineare quando lo studente si sta comportando bene. Il docente deve inoltre puntare sui suoi punti di forza, per favorire la partecipazione e l'interesse, favorendo lo sviluppo dell'autostima;
  • Inserirlo in attività di gruppo: Lo sviluppo della capacità di stare in gruppo è fondamentale per smorzare la tendenza oppositiva dei soggetti affetti da DOP. L'insegnante può dunque promuovere attività di corali, facendo però attenzione a non favorire la competizione, all'interno del gruppo stesso o tra gruppi differenti;
  • Non cedere sul rispetto delle regole: Sempre nell'ambito di una comunicazione non aggressiva, bisogna però mantenere saldo il rispetto delle regole. Cedere ai comportamenti dello studente con disturbo oppositivo provocatorio significherebbe infatti fare passare il messaggio che tutto gli è concesso. Bisogna dunque che l'insegnante spieghi, con calma, cosa è possibile fare e cosa no, ricorrendo a premi per il rispetto delle regole, sempre con un atteggiamento paziente e volto all'ascolto.

È comunque importante ricordare che la crescita di un bambino o ragazzo con DOP è graduale. Non si può risolvere il disturbo in fretta, né tantomeno all'improvviso. Per questo è fondamentale considerare il bambino o ragazzo nella sua individualità, ponendosi obiettivi semplici e apprezzando i piccoli progressi graduali.

È inoltre molto consigliato che sia i genitori che gli insegnanti si confrontino con dei professionisti specializzati in disturbi psichici dell'età evolutiva. Questo gli consentirà di adottare strategie più efficaci, sia a casa che a scuola

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