Docente stabilmente incentivato: la bocciatura di Valditara. Task force di supporto agli studenti
Continuano a emergere segni di discontinuità tra la scuola progettata dal governo Draghi e quella immaginata dal nuovo governo guidato da Giorgia Meloni.
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara si è infatti negativamente espresso sul docente stabilmente incentivato, ovvero una delle proposte dell'ex ministro Patrizio Bianchi nell'ambito delle riforme legate al Pnrr.
Docente stabilmente incentivato: che cos'è la proposta che non piace al Ministro Valditara
Durante il precedente governo Draghi, il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi aveva proposto l'istituzione della figura del "Docente esperto", successivamente rinominato docente stabilmente incentivato in seguito ad alcune polemiche.
La proposta prevedeva un incentivo stabile per quei docenti che avessero superato tre percorsi formativi, consecutivi e non sovrapponibili, con valutazione positiva. Un modo per valorizzare la progressione di carriera, con un assegno annuale ad personam di 5.650 euro da sommare al normale stipendio.
Il provvedimento avrebbe riguardato 8.000 docenti annui negli anni scolastici dal 2032/33 al 2035/36, per un totale di 32.000 insegnanti totali. Il docente stabilmente incentivato sarebbe inoltre obbligato a rimanere nella scuola di appartenenza per almeno il triennio immediatamente successivo all'incentivo.
L'opinione contraria di Valditara rimette però tutto in discussione, essendo questo incentivo economico ancora da precisare in regime di contrattazione collettiva. Una volta chiusa la partita relativa al contratto 2019-2021 si può dunque presupporre una ridiscussione della figura del docente stabilmente incentivato nell'ambito del successivo CCNL.
Valditara: "Bisogna aiutare i ragazzi a fare emergere il loro merito"
Per il ministro Giuseppe Valditara il provvedimento pensato dal suo predecessore Bianchi è fondamentalmente inutile: a poco servirebbe infatti dare una piccola cifra di denaro in più al 5% dei docenti per premiare i loro risultati formativi. E si torna a parlare di merito.
Piuttosto che pensare a un contentino per premiare il merito dei docenti bisognerebbe invece metterli nelle condizioni di fare emergere il merito degli studenti e i loro talenti.
Bisognerebbe dunque investire sulla formazione psicologica e pedagogica dei docenti, così da migliorare la loro capacità di supportare ragazzi in difficoltà o far emergere quelli particolarmente dotati.
Valditara immagina una task force di docenti esperti, per aiutare gli studenti in momenti come il pomeriggio o le vacanze estive, per una formazione più continuativa. Una scuola che insomma nasce da una "Alleanza" tra docenti, ragazzi, famiglie e territorio che va oltre il semplice orario delle lezioni, favorendo un ripensamento della società e delle modalità educative, grazie a una didattica personalizzata che tenga sempre più conto delle individualità degli studenti.
Commenti
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Laura Donadoni
29/12/2022 - 09:11
Il tasto della formazione psicologica e pedagogica nella scuola , dalla secondaria di primo grado in poi, sono un tabù. i docenti sono assunti in base alle loro competenze nelle loro materie e spesso non hanno la minima conoscenza di psicologia e pedagogia. basta osservare il loro percorso di formazione. questa cosa non accade per chi lavora nella scuola primaria o dell'infanzia. certo è che il cambio di rotta del ministro è già un bel segnale, ma se i docenti non fanno team ( scambio di informazioni, idee....) sui ragazzi e la scuola non torna ad essere una comunità educante prima che un " diplomificio" , con i test a crocette, la vedo dura! se a nessuno interessano i ragazzi che arrivano nelle scuole , con le loro potenzialità, conoscenze, debolezze .....non siamo a scuola. la scuola deve tirare fuori il meglio da ciascun alunno e la sfida è proprio con quegli alunni "difficili" perché diciamolo forte : gli alunni "bravi"funzionano con qualsiasi docente!
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