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Sono molte le testimonianze di insegnanti senza specializzazione che, pur di lavorare, accettano supplenze sul sostegno. Nel frattempo, nella sola Sicilia i posti in deroga sono già 12 mila. it-IT Editoriale 2023-08-22T12:19:17+02:00
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Docenti di sostegno senza specializzazione fra burnout e inclusione: come bilanciare formazione e lavoro

Sono molte le testimonianze di insegnanti senza specializzazione che, pur di lavorare, accettano supplenze sul sostegno. Nel frattempo, nella sola Sicilia i posti in deroga sono già 12 mila.

Gianmarco Bonomo
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Che la scuola italiana abbia un grande bisogno di docenti di sostegno non è certo un mistero. Gli ultimi anni hanno visto un aumento dei posti disponibili sul sostegno, in parallelo al riconoscimento dell’utilità di queste figure. Ogni anno, tuttavia, sono tantissime le cattedre sul sostegno che vengono assegnate a docenti precari senza specializzazione. Il giornale online Il Post ha raccolto alcune testimonianze che, fra burnout e nuove sfide, fotografano la situazione generale in Italia.

Facciamo il punto della situazione.

Posto di sostegno per non rimanere disoccupati: le parole di un docente precario

Alla grande disponibilità di cattedre di sostegno degli ultimi anni non corrisponde sempre un’adeguata immissione in ruolo di insegnanti specializzati con il TFA sostegno. Molti docenti accettano la supplenza, pur non avendo il titolo, perché l’alternativa sarebbe quella di rimanere disoccupati. Allo stesso tempo, ci sono insegnanti che accettano la nuova sfida e che, in parte, riescono a svolgere un buon lavoro.

Nell’articolo de Il Post, ci sono diverse testimonianze interessanti, come quella di un docente che afferma:

"Per me come per altri è stato un modo per non restare disoccupato un anno, soprattutto se non trovi una supplenza nella tua disciplina."

Ma non è tutto qui, dal momento che lo stesso docente continua riconoscendo come le situazioni incontrate in classe avrebbero richiesto un insegnante che avesse una formazione adeguata. In pratica, un docente specializzato sul sostegno.

Il burnout e l’importanza di affiancare in modo adeguato gli studenti disabili

Particolarmente interessante è il caso di un docente di sostegno senza specializzazione che ha avuto come alunno un ragazzo tetraplegico. Queste le sue parole:

Era come interagire con una persona di 4 anni nel corpo di una di 18, senza sapere come fare. [...] Mi sono sentito profondamente inadeguato, ho rischiato un burnout e poi pian piano sono entrato in sintonia con lui, facendo tentativi, collaborando con colleghi più esperti, ascoltando suggerimenti e cercando di applicarli.

Fra le righe possiamo intravedere un problema diffuso con i docenti di sostegno senza specializzazione. Insieme all’inadeguatezza provata dal docente, infatti, anche gli alunni possono riscontrare problemi: un fattore che andrebbe considerato fra le priorità.

Esperienze di sostegno fondamentali per tutti i docenti

Eppure ci sono letture diametralmente opposte, che vedono nel sostegno un’esperienza fondamentale per capire come gestire una classe in modo inclusivo. Ne parla un altro insegnante, secondo cui fare il docente di sostegno è importante

"per capire come gestire una classe in modo più inclusivo, lavorare con tipi di intelligenze diverse, cercare soluzioni alternative per raggiungere gli stessi obiettivi. E per capire che premiare un solo tipo di intelligenza, nell’insegnamento, è nocivo per tutta la classe."

Come si può vedere, tutte e tre le testimonianze qui riportate analizzano tre diversi aspetti del lavoro di un docente che non ha la specializzazione sul sostegno. C’è la volontà di lavorare che si scontra con l’impossibilità di farlo se non sul sostegno. C’è la volontà di aiutare uno studente disabile che si scontra con l’impossibilità di farlo se non con il rischio di burnout. Infine, c’è la consapevolezza che imparare a gestire una classe dal punto di vista del sostegno non può che far bene a tutti gli studenti, nessuno escluso.

In Sicilia 12 mila posti di sostegno in deroga anche a docenti senza specializzazione

E poi ci sono alcuni dei dati appena emersi dalle assunzioni e dalle supplenze conferite per l’anno scolastico 2023/2024. A colpire in questo caso è la situazione della Sicilia che, con i dovuti distinguo, può essere riscontrata anche nelle altre regioni italiane.

Nell’isola sono infatti già stati assegnati 12 mila posti di sostegno in deroga, tramite scorrimento delle GaE e delle GPS, anche agli aspiranti senza specializzazione che hanno presentato la domanda apposita. Non si tratta certo di una situazione ideale, tanto per gli studenti quanto per i docenti, quali che siano le loro motivazioni.

Una soluzione potrebbe sembrare quella di consentire l’incarico a chi ha conseguito la specializzazione all’estero. Ma su questo già mesi fa Faraone aveva espresso forti dubbi, soprattutto legati alle politiche di inclusione di questi paesi esteri.

Cosa fare allora? A chi pensava che aumentare semplicemente i posti disponibili avrebbe risolto il problema, la realtà ha risposto con la sua proverbiale complessità.

Una risoluzione efficace non può prescindere dalla ristrutturazione dei corsi del TFA sostegno e dalle modalità di accesso per la formazione specifica. Nella speranza di non dover rilevare le medesime criticità, ancora una volta, per l’anno prossimo.

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Gianmarco Bonomo

Scrivo da sempre e, se contiamo anche i temi delle scuole elementari, anche da prima. Negli anni ho unito la mia passione per la scrittura a quella per i meccanismi della comunicazione, che ho tradotto nel mio lavoro di SEO Copywriter e autore in diversi campi. Mi piace approfondire le tematiche che riguardano il mondo della scuola e che vanno dai risvolti politici alla cultura, dagli approfondimenti normativi al racconto quotidiano delle novità scolastiche.

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