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Indicazioni nazioniali sugli Istituti Tecnici tratte dal regolamento sul loro riordino: dagli indirizzi scolastici all’interazione con il mondo produttivo, dall’autonomia al Comitato Tecnico Scientifico. it-IT Editoriale 1970-01-01T01:00:00+01:00
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Indicazioni nazionali sugli Istituti Tecnici: alla base della sinergia con il mondo del lavoro

Indicazioni nazioniali sugli Istituti Tecnici tratte dal regolamento sul loro riordino: dagli indirizzi scolastici all’interazione con il mondo produttivo, dall’autonomia al Comitato Tecnico Scientifico.

Gianmarco Bonomo
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In attesa della prossima pubblicazione del bando, si sanno già gli argomenti sui quali si concentreranno i quesiti del concorso ordinario per Dirigenti Scolastici.

Uno di questi riguarda le indicazioni nazionali sugli istituti tecnici, con particolare riferimento a:

  • finalità dell’istruzione tecnica;
  • settori e indirizzi previsti dal regolamento;
  • interazione con il mondo produttivo;
  • autonomia e flessibilità;
  • organizzazione in dipartimenti.

Vediamo questi punti nel dettaglio.

Finalità dell’istruzione tecnica e metodologie didattiche

Contenute nel DPR n. 88/2010, le linee guida per il riordino degli Istituti Tecnici menzionano la loro finalità. Da una parte, certamente, c’è quella di preparare gli studenti al mondo delle professioni e del lavoro. Dall’altra parte, tuttavia, la finalità è anche quella di trasmettere la capacità di comprendere e applicare le innovazioni della scienza e della tecnologia.

Se quindi sono importantissime le discipline di ciascuno degli indirizzi, ugualmente fondamentale è l’attenzione verso le metodologie didattiche utilizzate. Queste ultime devono risultare coerenti con l’impostazione culturale dell’istruzione tecnica, come per esempio:

  • metodologie induttive;
  • metodologie partecipative;
  • didattica laboratoriale.

Lo scopo è quello di dare profondità tanto all’apprendimento teorico quanto all’apprendimento pratico, nonché quello di coniugare entrambi. Inoltre, è fondamentale offrire una solida base culturale di tipo scientifico e tecnologico, così da favorire l’inserimento immediato nel mondo del lavoro.

Settori e indirizzi degli Istituti Tecnici come da riordino del DPR n. 88/2010

Il regolamento di riordino degli Istituti Tecnici prevede due settori e undici indirizzi. Il primo settore è quello economico, al cui interno sono presenti gli indirizzi:

  • Amministrazione;
  • Finanza e Marketing;
  • Turismo.

Il secondo settore è quello tecnologico, che comprende gli indirizzi:

  • Meccanica;
  • Meccatronica ed Energia;
  • Trasporti e Logistica;
  • Elettronica ed Elettrotecnica;
  • Informatica e Telecomunicazioni;
  • Grafica e Comunicazione;
  • Chimica;
  • Materiali e Biotecnologie;
  • Sistema Moda;
  • Agraria;
  • Agroalimentare e Agroindustria.

Ciascun percorso ha una durata di cinque anni e si conclude con il diploma di istruzione secondaria superiore per il settore e indirizzo relativo.

Interazione con il mondo produttivo: area di istruzione generale e area di indirizzo

Articolati in area di istruzione generale e area di indirizzo, i percorsi degli Istituti Tecnici devono valorizzare e sviluppare le competenze degli studenti mediante:

  • didattica di laboratorio;
  • esperienze in contesti applicativi;
  • analisi e soluzione di problemi relativi a situazioni reali;
  • lavoro per progetti;
  • stage, tirocini e percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.

Andando nello specifico, l’area di istruzione generale deve fornire agli studenti degli Istituti Tecnici una buona preparazione di base. Gli strumenti sono in questo caso il rafforzamento e lo sviluppo degli assi culturali sui quali si fonda l’obbligo di istruzione.

Le aree di indirizzo sono quelle dedicate invece alle conoscenze teoriche e applicative utilizzabili in contesti di studio e di lavoro. Sono comprese anche le abilità cognitive relative al problem solving e alla gestione delle innovazioni scientifiche e tecnologiche.

Sono queste la base per una proficua interazione con il territorio di riferimento e il mondo produttivo, caratteristica strategica per un Istituto Tecnico anche in relazione al continuo aggiornamento su:

  • fabbisogni professionali e formativi delle imprese;
  • spendibilità del titolo di studio sul mercato;
  • prospettive di sviluppo delle professioni;
  • competenze specifiche richieste dal sistema produttivo.

Spazi di autonomia e spazi di flessibilità degli Istituti Tecnici

Fra le ragioni per cui la buona interazione degli Istituti Tecnici con il mondo produttivo è importante, assume particolare rilievo l’organizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità.

L’autonomia permette infatti di tenere conto delle richieste di studenti e famiglie per modificare i curricula, entro il limite del 20% del monte ore, e rafforzare o introdurre insegnamenti. Sempre, ovviamente, nel rispetto del Piano Triennale dell’Offerta Formativa.

Su questo punto, bisogna ricordare che l’orario di ciascuna disciplina può essere ridotto entro il 20% del quadro orario previsto. Sono le aree di indirizzo a poter usufruire di certi spazi di flessibilità, che si possono aggiungere alle quote di autonomia. Gli spazi di flessibilità sono disponibili dal terzo anno in poi nella misura del:

  • 30%, nel terzo e nel quarto anno;
  • 35%, durante il quinto anno.

Grazie a questi spazi di flessibilità, è possibile adattare le articolazioni previste per le aree di indirizzo alle esigenze del territorio o a particolari fabbisogni formativi delle aziende.

Dipartimenti e Comitato Tecnico Scientifico: il raccordo con il mondo produttivo

I dipartimenti degli Istituti Tecnici sono delle articolazioni funzionali del Collegio docenti e rappresentano un supporto alla didattica e alla progettazione scolastica. Infatti, garantiscono la coerenza interna del singolo curriculum e si concentrano sui processi di apprendimento specifici.

Allo stesso tempo, è possibile per un Istituto Tecnico dotarsi di un CTS o Comitato Tecnico Scientifico. Formato da docenti ed esperti del mondo produttivo, il Comitato è l’organo che si occupa di costruire collaborazioni concrete fra la scuola e il mondo del lavoro. Il suo scopo è quindi quello di creare opportunità di raccordo fra gli obiettivi della scuola e le esigenze del territorio, fra i bisogni professionali delle aziende e le necessità educative.

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Gianmarco Bonomo

Scrivo da sempre e, se contiamo anche i temi delle scuole elementari, anche da prima. Negli anni ho unito la mia passione per la scrittura a quella per i meccanismi della comunicazione, che ho tradotto nel mio lavoro di SEO Copywriter e autore in diversi campi. Mi piace approfondire le tematiche che riguardano il mondo della scuola e che vanno dai risvolti politici alla cultura, dagli approfondimenti normativi al racconto quotidiano delle novità scolastiche.

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