Il disegno di legge riguardante l’istituzione del liceo Made in Italy è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 31 maggio e si appresta a seguire un iter preferenziale in quanto iniziativa di governo.
L’obiettivo è quello di avere tutto pronto per l’anno scolastico 2024/25. Tuttavia il disegno di legge è stato depositato alla Camera il 27 luglio e non ha nessuna Commissione di Lavoro assegnata. Non mancano inoltre le polemiche, da parte di Flc-Cgil e della Società Italiana Scienze Umane e Sociali (SISUS).
Flc-Cgil contro il liceo del Made in Italy. Le motivazioni della polemica
Il sindacato Flc-Cgil si è duramente pronunciato contro l’introduzione del liceo Made in Italy nel corso di un seminario di approfondimento tenutosi durante il mese di luglio. L’organizzazione ha definito “Irricevibile” la proposta, dato che la scuola verrebbe piegata ai bisogni formativi dell’impresa.
Lo scopo del liceo del Made in Italy sarebbe infatti quello di formare soggetti già pronti per entrare direttamente nei meccanismi di produzione, a scapito della loro formazione culturale. Verrebbe meno quindi l’impegno della scuola a fornire competenze utili alla partecipazione e alla cittadinanza attiva.
Il sindacato definisce in conclusione il liceo del Made in Italy una manifestazione di nazionalismo autoreferenziale in contrasto con un mondo sempre più globalizzato specie in ambito digitale e ambientale. La polemica non si esaurisce però su questo punto.
Ancora più grave è secondo il sindacato il destino di migliaia di lavoratori della scuola attualmente impiegati presso licei delle scienze umane a indirizzo socioeconomico, quello che verrebbe in teoria rimpiazzato dal nuovo liceo dall’anno scolastico 2024/25. A rischio sarebbero centinaia di cattedre.
Secondo i dati statali, sono 419 le scuole che hanno attivato il suddetto percorso e che quindi saranno coinvolte in una ridistribuzione delle risorse. Il liceo a indirizzo socioeconomico è inoltre frequentato da 75.700 studenti, divisi in circa 3.000 classi. Interessati anche 116 istituti paritari.
Le preoccupazioni della Società Italiana Scienze Umane e Sociali (SISUS)
Non sono solo i sindacati a essere insoddisfatti del nuovo provvedimento governativo. La Società Italiana Scienze Umane e Sociali ha infatti criticato le finalità del liceo Made in Italy che si andrebbero tra l’altro a sovrapporre a quelle degli istituti tecnici e professionali e dell’Istruzione Tecnica Superiore.
La SISUS lancia dunque un appello:
“Come comunità educante formata da docenti, ricercatori, intellettuali, terzo settore chiediamo con forza di salvaguardare il Liceo Economico-sociale scongiurando l’eliminazione delle Scienze Sociali, senza le quali è difficile anche solo ‘pensare’ un’autentica crescita e uno sviluppo economico e civile del patrimonio italiano”
Il liceo economico-sociale sta venendo supportato anche con petizioni in rete, già sottoscritte da genitori, docenti e studenti. La Cabina di Regia della Rete dei LES ha proposto un affiancamento dei due indirizzi piuttosto che una sostituzione, ritenendo più utile un affiancamento per salvaguardare il patrimonio didattico del percorso di studi.
Quale futuro per il liceo Made in Italy: inizio a settembre 2024 o tutto rimandato?
L’introduzione del liceo Made in Italy sembra a questo punto destinata quantomeno a slittare. Per iniziare con l’anno scolastico 2024/25 dovrebbe infatti essere tutto pronto per gennaio 2024, data in cui vengono aperte le procedure di iscrizione all’anno successivo.
Questo è tuttavia impossibile dato che il disegno di legge prevede la realizzazione di un regolamento da adottare entro tre mesi dalla approvazione della legge. La conclusione dell’iter di approvazione a settembre è tuttavia altamente improbabile, a meno che il governo non pensi di poter far passare il Ddl con il voto di fiducia. Qualora l’approvazione arrivi entro i primi mesi del 2024, considerando i tre mesi necessari all’adozione del regolamento, si andrebbe decisamente oltre i termini e le prime classi del liceo del Made in Italy partirebbero per il 2025.