La questione delle classi pollaio è uno dei problemi storici del sistema scolastico italiano. Perennemente nell'agenda dei vari ministri dell'Istruzione che si sono succeduti negli anni, si continua a cercare una soluzione alla questione.
Recentemente i sindacati sono tornati a confrontarsi assiduamente col ministro Bianchi per provare a migliorare la situazione. Ecco le ultime novità.
Indicatori di status socio-economico e di dispersione scolastica: Si cerca di limitare le classi pollaio
L'Amministrazione ha presentato ai sindacati, d'intesa con il MEF, un decreto interministeriale indicante una lista di "Indicatori di status socio-economico e di dispersione scolastica".
L'individuazione dei suddetti criteri è intesa come una misura utile a prevenire il sovraffollamento delle classi, andando a identificare le condizioni in cui sarà possibile formarle sotto i limiti previsti attualmente dal DPR 81/09.
In altre parole, il ministero dell'Istruzione ha intenzione di operare una sorta di mappatura della fragilità delle scuole, grazie anche al supporto e ai dati forniti dall'agenzia INVALSI.
Una volta identificati, tramite i criteri scelti, gli istituti scolastici più fragili e soggetti a dispersione scolastica, gli Uffici scolatici regionali potranno provvedere a derogare riguardo le dimensioni delle classi normalmente previste da regolamento.
Permane, almeno al momento, una serie di dubbi sul carattere e la validità degli indicatori.
La Cisl fa notare come ci si trovi di fronte a quella che di fatto rappresenta un'assoluta novità nel mondo scuola, che richiederà in quanto tale una fase di collaudo e monitoraggio, al fine di valutarne l'efficacia reale.
L'aspetto positivo è che, almeno da quanto prospettato, tali indicatori dovrebbero garantire una buona versatilità e specificità nel giudizio, includendo ad esempio condizioni di disagio collegate a situazioni specifiche locali e geografiche quali ad esempio:
- Residenza in piccoli comuni montani e isole
- Situazioni emergenziali e/o orografiche
Se tutto funzionerà a dovere insomma, gli USR avranno sufficiente margine di manovra per affrontare concretamente le specifiche esigenze di ogni istituto.
IL DPR 81/09. Cosa dice l'attuale normativa sulla composizione delle classi
Il range di alunni che possono formare una classe è regolato dal DPR 81, risalente al 2009. Una regolamentazione con ormai 13 anni sulle spalle, che richiede inevitabilmente un ammodernamento.
Ecco i limiti previsti, raggruppati per grado scolastico:
- Scuola dell'infanzia: Previsto un numero di alunni compreso tra i 18 e i 26, salvo disposizioni relative alle classi con alunni con disabilità. È previsto di estendere il limite massimo a 29 qualora i bambini non possano essere mandati in altre scuole.
- Scuola primaria: Previsto un numero di alunni compreso tra i 15 e i 26, con estensione a 27 in caso di residui. Le pluriclassi vanno dagli 8 ai 18 alunni. In caso di scuole e sezioni staccate site in comuni montani, piccole isole o aree abitate da minoranze linguistiche, si possono istituire classi con numero di alunni minore a quanto previsto, ma comunque non inferiore a 10.
- Scuola secondaria di primo grado: Previsto un numero di alunni compreso tra i 18 e i 27, con estensione a 28 in caso di residui. Se gli alunni non superano le 30 unità, si può procedere alla formazione di un'unica prima classe.
- Scuola secondaria di secondo grado: Per le cassi di primo anno sono previsti in media 27 alunni per classe, che possono arrivare a 30 in caso di residui.