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Sono iniziati gli incontri fra il Ministero del Lavoro e i sindacati sulla questione delle pensioni: Legge Fornero, Quota 103 e Opzione donna, in relazione anche al personale della scuola. it-IT Editoriale 2023-01-23T12:51:56+01:00
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Pensioni dei dipendenti scolastici: le proposte del Governo per superare la Legge Fornero, fra Quota 103 e Opzione donna

Sono iniziati gli incontri fra il Ministero del Lavoro e i sindacati sulla questione delle pensioni: Legge Fornero, Quota 103 e Opzione donna, in relazione anche al personale della scuola.

Redazione Universo Scuola
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Nei giorni scorsi, si è tenuto il tanto annunciato incontro fra i sindacati e la Ministra del Lavoro Marina Calderone sul tema delle pensioni.

Se le due parti condividono la necessità di superare la Legge Fornero, non si sono ancora trovati accordi su come sostituire in modo stabile il meccanismo di pensionamento attualmente in vigore. Certo, ci sono stati e ci saranno interventi tampone, ma non possono bastare nel medio e lungo periodo.

Facciamo il punto della situazione sulle proposte del Ministero e su quali saranno le conseguenze anche per il personale scolastico.

Serve maggiore flessibilità in uscita: la posizione dei sindacati sulle pensioni

CGIL, CISL e UIL si sono presentati all'incontro con una proposta che già è nota da tempo. Secondo le principali organizzazioni sindacali, infatti, è necessario prevedere una flessibilità in uscita a partire da 62 anni che non abbia penalizzazioni esplicite. Inoltre, fra le richieste al Ministero del Lavoro c'è anche:

  • una maggiore attenzione ai giovani, con una pensione di garanzia;
  • la possibilità di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi e senza limiti di età.

Dal canto suo, la Ministra Calderone ha soltanto ribadito come serva creare un'agenda per le riflessioni sul sistema pensionistico. E ha aggiunto:
"Basta interventi tampone. Il tavolo è stato convocato con un obiettivo alto, per dare risposte a chi sta uscendo ora ma anche guardando al futuro previdenziale dei giovani."La Ministra del Lavoro ha anche parlato delle intenzioni riguardanti il cambiamento di Opzione Donna. Se è vero che gli interventi su questa modalità di uscita dal lavoro non sono stati apprezzati, Calderone si impegna a trovare soluzioni che ne rivedano alcuni passaggi.

Ma, appunto, si tratta soltanto di un incontro iniziale e preliminare. Sarà necessario verificare quali coperture e quali intenzioni politiche abbia il Governo Meloni sul tema delle pensioni. A partire proprio da quella Legge Fornero che, nonostante gli interventi temporanei della legge di bilancio, è ancora il sistema principale di pensionamento.

Quota 103: cos'è e come funziona per i pensionamenti del 2023

Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 è in vigore il sistema di uscita dal lavoro denominato Quota 103, dedicato ai lavoratori con 62 anni di età e 41 anni di contributi versati.

Quota 103 va a sostituire interamente il precedente quota 102 e presenta alcuni limiti, requisiti e penalizzazioni:

  • pur non comportando penalizzazioni sul calcolo della pensione, sarà comunque applicato il coefficiente di trasformazione relativo all'età di accesso;
  • è presente un tetto limite per l'importo della pensione fino al compimento dei 67 anni, che è pari a 5 volte l'assegno minimo, ossia 2.625 euro;
  • fino ai 67 anni, poi, non sarà possibile cumulare Quota 103 con altri redditi da lavoro, escluso quello che deriva dal lavoro occasionale non oltre i 5 mila euro annui.

Coloro che sono in possesso dei requisiti per andare in pensione con Quota 103 potranno anche scegliere di rinviare l'uscita dal lavoro. Si tratta del cosiddetto Bonus Maroni, che permette di ricevere in busta paga un incentivo pari alla quota dei contributi a carico del lavoratore dipendente.

Opzione donna e APE sociale: i cambiamenti della legge di bilancio per il 2023

Come accennato in precedenza, Opzione donna ha subito diversi cambiamenti nella legge di bilancio del Governo Meloni. Dal 1° gennaio 2023, infatti, potranno accedere soltanto le lavoratrici con 35 anni di contributi e 60 anni d'età in possesso dei seguenti requisiti:

  • assistenza al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap grave;
  • invalidità civile uguale o superiore al 74%;
  • lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo per la gestione della crisi aziendale.

Inoltre, per il 2023 la soglia dell'età si abbassa a 59 anni, se la lavoratrice ha un figlio, o a 58 anni, in presenza di due o più figli.

Nessun cambiamento invece per APE sociale, un sistema di pensionamento che prevede l'uscita dal lavoro per chi ha almeno 63 anni d'età e almeno 30 anni di contributi, utilizzabile da lavoratori come disoccupati di lungo corso, caregiver e invalidi civili.

Pensioni dei dipendenti scolastici: per Pacifico serve una finestra ad hoc

Al netto dei cambiamenti e degli interventi tampone, il problema pensionistico in Italia riguarda soprattutto la mancanza di visione a lungo termine e le condizioni insensate con cui i giovani andranno in pensione. Un ragazzo di 25 anni che non inizia a lavorare subito, per esempio, si ritroverà ad andare in pensione all'alba dei 75 anni, dopo quasi 50 anni passati a lavorare.

Sul tema interviene il presidente ANIEF Marcello Pacifico che, in relazione ai dipendenti della scuola, parla di un'autentica follia:
"La verità è che non si può lavorare una vita senza un dignitoso riposo. Nella scuola gli altri Paesi mandano gli insegnanti in pensione a circa 60 anni e senza riduzioni dell'assegno"
Secondo Pacifico, quella delle pensioni è la grande emergenza da affrontare dopo quella dei precari della scuola, per i quali i sindacati hanno chiesto il ritorno al doppio canale.

Se poi si considera che quello di docente è uno dei lavori della Pubblica Amministrazione più a rischio di burnout, appare assurdo il pensionamento intorno ai 70 anni. Per questa ragione, ANIEF chiede:

  • finestra ad hoc per l'uscita dal lavoro dei docenti, 40 anni di contributi o massimo 64 anni d'età con 20 anni di contributi;
  • conversione gratuita in contributi pensionistici degli anni di università;
  • parametri di accesso alla pensione simili a quelli previsti per i lavoratori delle forze armate.

In attesa di una riforma delle pensioni che tenga conto di queste richieste, Pacifico auspica almeno l'allargamento di APE sociale a tutti i lavoratori della scuola.

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