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Bianchi ha finalmente comunicato i dati sui contagi nelle scuole e sulle classi in quarantena, ma le reazioni sono critiche. Tutti i dettagli nell'articolo. it-IT Editoriale 2022-01-21T10:29:35+01:00
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Classi in quarantena e covid a scuola: per i Sindacati i dati del Ministero non bastano

Bianchi ha finalmente comunicato i dati sui contagi nelle scuole e sulle classi in quarantena, ma le reazioni sono critiche. Tutti i dettagli nell'articolo.

Redazione Universo Scuola
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Nel question time di ieri 19 gennaio, il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ha finalmente diffuso i dati riguardanti l'andamento della pandemia nelle scuole.
In effetti, le diverse associazioni sindacali - ANP in testa - li chiedevano ormai da giorni, soprattutto vista la scelta del Governo di proseguire con le lezioni in presenza.

Di fronte ai dati diffusi dal Ministero, non si sono fatte attendere le reazioni, sia da parte della politica che dai Sindacati. E non sono per nulla positive.

Dati generici e poco trasparenti: la FLC CGIL vuole diffidare il Ministro Bianchi

La Federazione dei Lavoratori della Conoscenza CGIL ha affidato a un comunicato stampa la risposta alle comunicazioni del Ministro. La critica corre sostanzialmente su due binari paralleli.

Da una parte c'è la questione dei dati, che per la FLC CGIL sono a dir poco fumosi e opachi. Infatti, innanzitutto non sono insignificanti, perché si parla di un 6,6% di classi in DaD e di un 13,1% di classi in DDI. Il totale è di un 19,7% di classi che hanno fatto ricorso in parte o del tutto a forme di didattica non in presenza.

Inoltre, ed è una critica che ritroveremo anche in altre sigle sindacali, il Ministro dell'Istruzione non ha dato cifre ma soltanto delle percentuali. Secondo la FLC CGIL non è stato detto:
"quante sono le classi in presenza totali, quante quelle in DaD, quante quelle con didattica mista, quanti i lavoratori assenti per ogni scuola, quanti sono i supplenti nominati, quante le classi e le scuole costrette a ridurre l'orario per mancanza di docenti"
A complicare il quadro, anche l'assenza di comunicazione con gli USR. Le scuole comunicano direttamente con il Ministero e gli Uffici Scolastici Regionali restano all'oscuro.

Dall'altra parte, la FLC CGIL ha dichiarato di voler diffidare il Ministro per inadempienza contrattuale. Per il Protocollo sulla sicurezza, infatti, il sindacato ha diritto a ricevere i dati del monitoraggio da parte dell'Amministrazione.

Invece, Bianchi ha fatto la comunicazione durante il question time parlamentare. La condivisione dei dati con i Sindacati
"non è un optional, è un obbligo del Ministero che si chiama "informativa" e che deve avvenire in un confronto specifico col sindacato. [...] Dalle difficoltà del momento, contro l'avversario comune che è il contagio, si esce con la condivisione, con il confronto, con la trasparenza."
Di certo, rincara la FLC CGIL, non con una comunicazione unilaterale e senza vero confronto fra le parti.

Parlano i presidi: non basta aver comunicato i dati, serve semplificare i protocolli

I sindacati che riuniscono i Dirigenti Scolastici, protagonisti delle polemiche con il Ministro dei giorni scorsi, hanno accolto in vari modi la comunicazione di ieri.

Per il presidente dell'ANP Antonello Giannelli, è fondamentale che i dati arrivino almeno con una cadenza settimanale. Soltanto con una comunicazione continua, infatti, le statistiche possono aiutare i presidi a gestire al meglio la sicurezza scolastica.

Ma non sono soltanto i dati sui contagi nelle scuole a generare polemiche, quanto tutta la struttura organizzativa messa a punto da Bianchi e Figliuolo. Per Roberta Fanfarillo, leader dei dirigenti scolastici di FLC CGIL, è di vitale importanza semplificare "il protocollo di gestione dei casi positivi, allo stato attuale del tutto inapplicabile per il collasso dei dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie, nonostante l'immane sforzo di collaborazione sopportato dalle scuole."

Critica simile muove anche Attilio Fratta, presidente di Dirigentiscuola, secondo cui i protocolli farraginosi e le strutture al collasso evidenziano il paradosso della scuola. I dirigenti riescono soltanto a occuparsi della gestione del Covid, e poco altro, mentre i Referenti Covid finiscono anche per lavorare fuori orario.

Dati parziali e rischio di sottovalutare il problema: la posizione della Gilda degli Insegnanti

Come abbiamo visto per il comunicato di FLC CGIL, i dati del Ministro Bianchi sono delle mere percentuali. Per Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti:
"Finalmente Bianchi, dopo mesi di richieste da parte nostra lasciate inevase, ha fornito alcuni dati che, però, si limitano alle percentuali e danno un'idea riduttiva del reale disagio che le scuole stanno vivendo"
Il problema risiede nel voler ignorare la questione dei docenti in quarantena, certo, ma anche nella falsa sensazione di sicurezza data dalle statistiche.

Per esempio, rincara Di Meglio, non è possibile confrontare il 4,9% di classi in DaD della Campania, il 4,4% della Sicilia e il 2,9% della Calabria con le altre regioni. In queste ultime, infatti, moltissimi sindaci hanno emanato ordinanze per rinviare il rientro a scuola dalle vacanze, una differenza di cui il Ministro avrebbe dovuto tenere conto.

Anche la Gilda degli Insegnanti, inoltre, auspica una comunicazione settimanale dei dati sui contagi a scuola e sulle classi in quarantena.

Protocolli più semplici e quarantena dei non vaccinati alle elementari: Bianchi prepara la svolta?

Pur volendo tenere aperte le scuole, Bianchi ha comunque preso nota di alcune delle rimostranze dei sindacati. Soprattutto nell'ambito della scuola dell'infanzia e la scuola primaria, tutta la gestione della quarantena risulta molto complessa per i genitori, fra tamponi, controlli e tempi di attesa.

Su questo punto, il Ministro dell'Istruzione ha dichiarato:
"Ho segnalato al ministro Speranza la richiesta di semplificazione. C'è anche una questione che riguarda le regioni: le singole Asl danno letture differenziate delle regole e delle linee guida"Si pensa quindi che si potrebbe tornare in classe con un tampone negativo, senza dover coinvolgere la Asl o il medico di base. Tuttavia, sulla questione non c'è ancora nulla di certo a parte le intenzioni.

Altro nodo da chiarire è quello della distinzione tra vaccinati e non, in caso di positività al Covid. Al momento, è presente soltanto nella scuola secondaria di primo e secondo grado, ma pare si stia valutando di estenderla anche alla scuola primaria.

È necessario però segnalare che - dato il bassissimo numero di vaccinati fra gli under 12 - il protocollo avrebbe soltanto degli effetti marginali.

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