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Lo stop ai cellulari in classe voluto da Valditara ha suscitato diverse reazioni, positive e negative. Significativa protesta degli studenti "nativi digitali". it-IT Editoriale 2022-12-21T14:50:12+01:00
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Stop cellulari in classe. Le reazioni alla circolare di Valditara. Gli studenti protestano: "Siamo nativi digitali"

Lo stop ai cellulari in classe voluto da Valditara ha suscitato diverse reazioni, positive e negative. Significativa protesta degli studenti "nativi digitali".

Redazione Universo Scuola
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È di ieri la notizia dello stop ai cellulari in classe voluto dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Con una circolare indirizzata a tutte le scuole, Valditara ha infatti richiamato al rispetto delle norme già esistenti che disciplinano l'utilizzo di smartphone e altri dispositivi elettronici.

Lo stop ai cellulari in classe è dunque a ben vedere qualcosa di già normato piuttosto che un'iniziativa originale del ministro. Nonostante ciò, le reazioni non si sono fatte attendere e le discussioni continueranno sicuramente nei prossimi giorni.

La destra approva lo stop ai cellulari in classe

Come prevedibile, la circolare di Valditara riguardo lo stop ai cellulari in classe è stata ben accolta a destra. Il ministro è inoltre tornato sul tema durante una trasmissione Sky sottolineando come siano le scuole a dover organizzare misure autonome per far rispettare le norme. Un sistema potrebbe essere ad esempio raccoglierli in una cassettina esterna alla classe o verificarne lo spegnimento.

Secondo Paola Frassinetti, sottosegretario all'Istruzione e al Merito lo stop ai cellulari in classe è un passo necessario per ristabilire un corretto rapporto tra docenti e studenti, favorendo inoltre la concentrazione di questi ultimi.

Simile il parere del deputato di FdI Gimmi Cangiano, membro alla Camera della Commissione Istruzione. Cangiano sottolinea come le aule siano già connesse ed interconnesse. Ricorrere al proprio device personale sarebbe dunque superfluo e rischia solo di diventare motivo di distrazione. L'obiettivo del governo, conclude, è quello di rimettere al centro della scuola apprendimento e impegno.

Anief e Anp: lo smartphone come strumento didattico

Anief e Anp spostano il focus sull'utilità dello smartphone come strumento didattico. Stop ai cellulari in classe insomma, ma senza demonizzarli. Marcello Pacifico di Anief condivide dunque la necessità di rimarcare il danno di un utilizzo improprio del cellulare, come fatto da Valditara con la sua circolare.

Pacifico ricorda però come il suo sindacato sia da sempre favorevole all'utilizzo delle nuove tecnologie per aggiornare e migliorare la didattica. È uno strumento fondamentale per, ad esempio, cercare dati, sperimentare, fare simulazioni e operazioni relative alle lezioni.

L'utilità dello smartphone è resa ancora più evidente dall'uso che può farne un docente per preparare e rendicontare lezioni e valutazioni. La connettività in più rappresenta uno strumento fondamentale per contatti attivi, continui e regolari all'interno dell'istituto.

In sostanza Pacifico punta più sull'educazione all'uso responsabile piuttosto che al divieto. Sbagliato infatti inibirne completamente l'uso per colpa di alcuni che ne fanno un uso sbagliato. Giusto comunque prevedere sanzioni per questi ultimi, specie in caso di reiterazioni.

Fa eco a Pacifico Cristina Costarelli, presidente di ANP, l'associazione presidi della regione Lazio. Costarelli ribadisce infatti che l'intervento di Valditara non fa altro che rimarcare qualcosa che le scuole mettono già in atto. La tanto discussa circolare che avrebbe sancito lo stop dei cellulari in classe sarebbe dunque un documento ridondante.

Tuttavia Costarelli apprezza l'equilibrio del Ministro e l'aver ricordato esplicitamente l'utilità didattica degli smartphone. La responsabilità è comunque dei docenti. Sono loro a dover gestire eventuali richiami, note o punizioni, così come decidere come comportarsi in caso di verifiche.

Il punto del discorso è dunque quello di trovare un equilibrio tra la responsabilizzazione degli alunni e il controllo attivo dei docenti. L'opinione di Costarelli è forte anche dal fatto che nel suo istituto, seguendo questa politica, non si sono mai verificati episodi di rilevanza tale da necessitare di ulteriori accorgimenti disciplinari.

Attilio Fratta del sindacato Dirigentiscuola si unisce all'apprezzamento verso Valditara, ma aggiunge che bisogna pensare anche all'uso che fanno i docenti dei device elettronici. Se deve esserci uno stop ai cellulari in classe, questo deve riguardare anche gli insegnanti, salvo per scopi didattici.

Lo stop ai cellulari in classe è sintomo di paura del futuro. Il parere degli studenti

Meno contenti, ma era prevedibile, gli studenti. Secondo Tullia Nargiso della Rete degli studenti del Lazio, la circolare firmata da Valditara è anacronistica e in controtendenza rispetto alle sue intenzioni di formare cittadini del futuro.

Vietare l'uso dei cellulari in classe rappresenta secondo Nargiso la paura che il governo nutre nei confronti del futuro e il conseguente ritorno al passato. Non solo, ma di fatto già 6 studenti su 10 devono comunque fare conto con un regolamento interno che prevede delle norme che disciplinano l'uso dello smartphone.

Nargiso ricorda inoltre come gli studenti di oggi siano i cosiddetti "Nativi digitali". Ciò non significa che l'utilizzo del cellulare deve essere indiscriminato, ma che la repressione non è la strada da seguire. L'auspicio degli studenti è dunque quello di una maggiore educazione digitale, che non passi necessariamente da misure che spingono verso una scuola meno tecnologica e digitale.

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