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Le tecnologie digitali non devono sostituire l'insegnamento tradizionale ma potenziarlo. Intanto però un ragazzo su cinque ha problemi di apprendimento. it-IT Editoriale 2023-05-15T12:25:51+02:00
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Tecnologie digitali e scuola: utilizzarle per potenziare l'insegnamento tradizionale. Il 20% dei quindicenni è fragile negli apprendimento

Le tecnologie digitali non devono sostituire l'insegnamento tradizionale ma potenziarlo. Intanto però un ragazzo su cinque ha problemi di apprendimento.

Redazione Universo Scuola
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Qual è il posto delle nuove tecnologie digitali nella scuola contemporanea? Dalla pandemia di Covid-19 in poi si è infatti assistito a un progressivo aumento del loro utilizzo a fini didattici. Una tendenza che non deve stupire, in quanto gli studenti sono propensi a usare numerosi dispositivi digitali sin dalla tenera età. Il loro impatto però è da valutare: è infatti emerso che uno studente su cinque infatti è fragile negli apprendimenti, non raggiungendo i livelli previsti dall'ordinamento scolastico.

I report dell'Ocse: 20% della popolazione studentesca fragile negli apprendimenti. Progressivo l'impoverimento del lessico

Secondo un report Ocse relativo alle competenze in lettura, matematica e scienze, un quindicenne italiano non sa leggere correttamente. Lo stesso ministro Valditara ha parlato di una percentuale superiore al 20% di studenti classificati come fragili negli apprendimenti. Il 12,7% della popolazione studentesca addirittura abbandona il percorso di studi prima di conseguire il diploma, mentre il 9,5% lo termina ma non arrivando ai livelli minimi di apprendimento.

Uno degli aspetti cruciali del fenomeno è l'impoverimento del lessico. Già il noto filosofo Umberto Galimberti aveva parlato della triste tendenza già qualche anno fa, affermando che:
Si stima che un ginnasiale, nel 1976, conoscesse 1600 parole, oggi non più di 500. Numeri che si legano alla diminuzione del pensiero, perché non si può pensare al di là delle parole che conosciamo.Fa eco a Galimberti il professore Enrico Ariemma, docente di lingua e letteratura latina impiegato presso l'Università di Salerno. La riduzione del lessico è un campanello di allarme che segnala le carenze della scuola, ma che è legato anche alle diverse modalità di lettura dei giovani di oggi.

La lettura digitale viene infatti percepita come "Economica", ovvero tendente al risparmio. Anche lì dove si padroneggia bene il linguaggio, si registra infatti una tendenza a usare meno parole. Secondo una stima il lessico di 30 anni fa contava 20mila parole: oggi appena 1000.

Smartphone e dispositivi digitali favorirebbero dunque la tendenza a usare un linguaggio economico, in virtù della rapidità di comunicazione, anche in ambiti dove invece sarebbe opportuno preferire un'esposizione più articolata e ricca. Queste riflessioni conducono necessariamente a domandarsi quale deve essere quindi il posto di queste tecnologie all'interno del sistema scolastico.

Il ruolo delle nuove tecnologie digitali. Potenziare l'insegnamento tradizionale piuttosto che sostituirlo

Il prof. Auriemma sostiene che la scrittura digitale ha tutti i requisiti per essere una risorsa. L'utilizzo di dispositivi sempre più evoluti non deve essere percepito come una minaccia incombente, ma è necessario che vengano utilizzati in maniera virtuosa.

Piuttosto dunque che una compulsiva corsa all'aggiornamento e un utilizzo indiscriminato di metodologie serve un approccio critico, basato sulla competenza dei docenti. Una competenza che non sia solo strumentale, cioè legata alla capacità d'uso, ma soprattutto didattica. Gli insegnanti devono inoltre parole comprendere pienamente i mezzo digitale per favorire un miglioramento dell'apprendimento degli studenti attraverso metodologie didattiche efficaci.

Un trend molto in voga negli ultimi anni è ad esempio quello della gamification. Questo termine si riferisce all'introduzione di elementi tipici del gioco in contesti non prettamente ludici. App come il celebre "Kahoot", altri software ludici, le escape room o i roleplay, sono quindi tutte metodologie che integrano aspetti quali la competizione, il feedback istantaneo e il divertimento con la trasmissione dei saperi tipici dei programmi scolastici.

La gamification è quindi un esempio di come affiancare in maniera costruttiva la tecnologia digitale agli insegnamenti più tradizionali. Va però detto che è opportuno personalizzare il più possibile le attività, in base al contesto classe e all'eventuale presenza di alunni con bisogni educativi speciali.

Per combattere l'impoverimento lessicale bisogna dunque continuare a esporre gli studenti alla lettura, a stimolarne la comprensione e la produzione di testi e conversazioni con un eloquio corretto e pertinente al contesto. Indipendentemente dalla tecnologia, deve essere lo stimolo proposto dal docente a essere adeguato alle capacità che si vogliono sviluppare nell'alunno, coerentemente con le potenzialità del mezzo utilizzato.

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