Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sembra avere una naturale propensione a far parlare di sé: sin dal suo insediamento al ministero di Viale Trastevere infatti, ha rilasciato numerose dichiarazioni finite sotto i riflettori.
Complice anche l'introduzione del termine "Merito" nella denominazione ufficiale del ministero, Valditara ha infatti attirato su di sé il dubbio di politici, giornalisti e addetti ai lavori. La sua partecipazione al programma Sky "A Cena con Maria Latella" è solo l'ultimo capitolo di un dibattito che non accenna a terminare.
Valditara ospite di "A Cena con Maria Latella": ancora bullismo e merito tra i temi
La quinta puntata dell'approfondimento salottiero DI Sky Tg 24 "A Cena con Maria Latella" ha avuto per argomento proprio il concetto di merito tanto caro al ministro Giuseppe Valditara. Questa la nota di presentazione della puntata in questione:
Perché il Ministero dell'Istruzione ora si chiama anche del merito? Perché in Italia il merito non è riconosciuto ma questa parola scatena ancora dibattito? E perché in alcune scuole del torinese ai bambini si insegna come superare i piccoli fallimenti?La padrona di casa Maria Latella ha ospitato, oltre al ministro Valditara, Elsa Fornero, Bruno Vespa, il giornalista Giacomo Papi e Joseph Kosiara, studente reduce dall'esperienza della scuola 42 Roma Luiss, istituto senza insegnanti che offre formazione gratuita agli aspiranti startupper.
Il programma consiste in una discussione sul tema del giorno. Considerazioni riguardo la trasmissione a parte, a far ancora una volta discutere sono state le considerazioni di Valditara sui lavori socialmente utili e sui provvedimenti disciplinari da prendere in caso di episodi di bullismo.
Va detto che il ministro ha ricevuto un assist da Bruno Vespa. Parlando proprio di bullismo, Vespa ha infatti sottolineato il bisogno di comunità del bullo e l'opportunità di fargli trascorrere le quattro ore di lezione da solo in biblioteca per "Punizione".
Il ministro Valditara, che già prima aveva parlato di educazione alla responsabilità tramite lavori socialmente utili e provvedimenti da prendere direttamente in classe, ad esempio contro l'utilizzo del cellulare, ha annuito con convinzione. Non è però ben chiaro in che modo l'isolamento in biblioteca possa aiutare un ragazzo che ha "Bisogno della comunità" per migliorare il proprio profilo disciplinare, per quanto nelle intenzioni di Valditara e Vespa è sicuramente riscontrabile l'intenzione di dichiarare la cultura come mezzo di rieducazione.
Il ministro ritorna anche sulla questione del merito, sottolineando il ruolo delle famiglie nella scelta della scuola in base alla richieste del territorio e del mondo produttivo, considerando anche all'aspetto retributivo delle future professioni. L'intenzione di Valditara è quella di inviare ai genitori degli studenti delle medie una lettera per informarli riguardo questi elementi, così da poter scegliere la scuola con maggiore consapevolezza e attenzione verso le opportunità offerte. Un'altra dichiarazione controversa del ministro, che sembra suggerire la necessità per gli adolescenti di scegliere la scuola e la loro futura professione, oltre che precocemente, in base allo stipendio. Una visione della scuola (e del merito) legata a logiche produttive e prestazionali che fa storcere il naso ai più e appare lontana dalle esigenze delle giovani generazioni.
La scuola di Valditara è la scuola desiderata dai giovani?
In base ai tweet di reazione alle dichiarazioni del Ministro, viene da chiedersi se non ci sia un effettivo scollamento generazionale. È chiaro che Valditara ha un'idea di scuola che appare essere molto diversa e distante rispetto alle esigenze delle giovani generazioni.
Il programma, e il dibattito che ne è scaturito, è stato etichettato infatti come vecchio, lontano dalla realtà, con tweet anche molto eloquenti come ad esempio: "Vecchi tromboni che mangiano e bevono in sprezzo alla povertà dilagante del paese parlando di cose che non conoscono".
Se i problemi sono condivisi e condivisibili, le soluzioni proposte rimangono infatti discutibili, figlie di un approccio ai problemi della scuola parziale, che in questi primi mesi di governo Meloni sta lasciando molti dubbi e perplessità.