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La realizzazione di una didattica inclusiva passa per diversi approcci e materiali didattici: uno sguardo su organizzatori anticipati, mediatori didattici e metodi collaborativi. it-IT Editoriale 2022-12-22T14:55:37+01:00
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Verso una didattica inclusiva: come usare materiali non strutturati, organizzatori anticipati e mediatori didattici

La realizzazione di una didattica inclusiva passa per diversi approcci e materiali didattici: uno sguardo su organizzatori anticipati, mediatori didattici e metodi collaborativi.

Redazione Universo Scuola
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Uno degli obiettivi della scuola è l'inclusione degli studenti con disabilità, inclusione che va realizzata:

  • a livello della relazione fra studente con disabilità e classe;
  • a livello della relazione didattica, che assume il ruolo di mediatore del processo di integrazione.

Nel presente approfondimento, tratteremo nello specifico quali sono le modalità di differenziazione della programmazione educativa individualizzata e quali mediatori vanno impiegati per il raggiungimento di questo obiettivo.

Differenziare la programmazione educativa: materiali didattici strutturati e non strutturati

Di fronte alla necessità di una programmazione educativa individualizzata, il processo interessa tutte le materie previste in classe. Di conseguenza, la differenziazione deve tendere soltanto a un diverso livello di complessità.

Uno dei modi in cui è possibile perseguire tale obiettivo è quello di attuare pratiche di rielaborazione e adattamento dei contenuti, in modo da:

  • permettere allo studente con disabilità di mantenere alta la propria motivazione e realizzare esperienze di apprendimento con i compagni;
  • evitare la frustrazione generata dal dover utilizzare libri di testo di un ordine di scuola inferiore.

A questo proposito, l'insegnante potrà utilizzare sia materiale strutturato - testi specializzati, schede, giochi didattici, e così via - sia materiale non strutturato costruito dall'insegnante stesso, come cartelloni e adattamenti dei libri di testo.

Materiali didattici non strutturati: cartelloni e adattamenti dei libri di testo

In particolare, i cartelloni permettono di organizzare i concetti chiave di un'unità di apprendimento e utilizzarli in un'esperienza collettiva che ha lo scopo di agevolarne la comprensione.

D'altro canto, adattare i libri di testo richiede:

  • da un lato, l'analisi delle modalità percettive, dello stile cognitivo, della motivazione e degli interessi dello studente con disabilità;
  • dall'altro lato, l'analisi del testo che va riadattato.

La semplificazione da attuare in questo caso procede su due diversi livelli. Il primo consiste nell'estrapolare i concetti chiave del testo, ingrandirli visivamente e dotarli di un supporto iconico. Per questa ragione, si tratta di un metodo che si rivolge agli alunni che possono seguire i ritmi della classe ma hanno difficoltà di approccio ai testi di natura percettiva.

Il secondo livello di semplificazione richiede invece una vera e propria ristrutturazione del testo. Si eliminano le parti non essenziali e si riportano quindi solo i concetti più importanti, espressi in modo semplice e corroborati da aspetti grafici.

A tale proposito, risulta particolarmente efficace l'uso di organizzatori anticipati che permettano di strutturare le informazioni, stabilire collegamenti, organizzare i concetti.

Organizzatori anticipati e loro impiego nel processo di inclusione

Come accennato nel paragrafo precedente, il processo di semplificazione può trarre particolare aiuto dall'impiego di organizzatori anticipati. Si tratta di mezzi di rappresentazione visiva della conoscenza che permettono di organizzare le informazioni in senso grafico oltre che linguistico.

Questi sono i principali organizzatori anticipati:

  • diagrammi causa-effetto, utilizzati per evidenziare i nessi causali;
  • grafici di sequenze, utili per evidenziare elementi chiave di un processo;
  • diagrammi di confronto, strumento che permette di evidenziare somiglianze e differenze in modo immediato;
  • grafici dell'idea principale e dei dettagli, impiegati per individuare un'idea principale e corredarla di dati minori.

Ottimizzare l'apprendimento e l'inclusione attraverso i mediatori didattici

Oltre all'organizzazione dei contenuti delle unità di apprendimento in cartelloni e adattamenti dei libri di testo, gli insegnanti possono ottimizzare il processo di inclusione agendo anche sulle modalità di presentazione delle informazioni.

Queste ultime vengono definiti mediatori didattici e sono principalmente di quattro tipi:

  • mediatori attivi;
  • mediatori iconici;
  • mediatori analogici;
  • mediatori simbolici.

Mediatori attivi

I mediatori attivi utilizzano l'esperienza diretta per comunicare un particolare contenuto, come può essere per esempio un esperimento realizzato in laboratorio.
Se il vantaggio principale è costituito dal contatto fisico con la realtà e dalla conseguente densità emotiva, lo svantaggio è rappresentato dai lunghi tempi di esecuzione.

Mediatori iconici

I mediatori iconici impiegano il linguaggio grafico e spaziale, come nella realizzazione di immagini, schemi, fotografie e filmati, carte geografiche, e così via. In questo modo, vengono sollecitate le abilità percettive dello studente con disabilità. Allo stesso tempo, però, sarà anche necessario l'utilizzo di altri mediatori didattici che completino il messaggio di un mediatore iconico, come i mediatori simbolici.

Mediatori analogici

I mediatori analogici cercano di strutturare l'apprendimento mediante il gioco e la simulazione, come avviene nelle attività ludiche di gruppo. Il realismo dei giochi di ruolo permette di comunicare più efficacemente i contenuti ma è utile soltanto se evita il rischio di scambiare la simulazione con la realtà.

Mediatori simbolici

I mediatori simbolici sono tanto più efficaci quanto risultano di supporto ad altre tipologie di mediazione didattica. Infatti, si allontanano dalla realtà di riferimento e, se utilizzati da soli, costituiscono la mediazione meno valida allo scopo di una didattica inclusiva. Un esempio è la lezione frontale che, a dispetto del tempo che permette di risparmiare, induce passività negli studenti con disabilità.

Insegnamento mediato da pari: quando i compagni partecipano all'inclusione

Trent'anni di ricerche sulla didattica hanno dimostrato come una scuola inclusiva non possa fare affidamento soltanto sui docenti ma tragga innumerevoli vantaggi anche dall'insegnamento mediato da pari. In queste modalità alternative di insegnamento, gli studenti ricoprono il ruolo di facilitatori dell'apprendimento dei propri compagni.

In generale, le tipologie più impiegate sono:

  • cooperative learning, centrato su gruppi di lavoro eterogenei e su un'effettiva interdipendenza dei ruoli;
  • tutoring, in cui a uno studente vengono affidate specifiche responsabilità didattiche ed educative;
  • peer teaching, ossia l'affidamento di compiti a studenti con capacità cognitive alla pari.

Nonostante i metodi collaborativi siano molto efficaci per l'integrazione degli studenti con disabilità, richiedono un lungo lavoro di preparazione da parte degli insegnanti.

Inoltre, l'insegnamento mediato da pari deve necessariamente creare le condizioni migliori perché la collaborazione fra alunni dia risultati soddisfacenti. A tale proposito, sebbene ci sia una generale concordanza sull'efficacia dei metodi collaborativi, non tutti la pensano allo stesso modo sulle basi teoriche:

  • i fautori dell'approccio motivazionale sostengono che essi forniscono agli studenti la motivazione per aiutarsi reciprocamente;
  • i cognitivisti propendono per l'efficacia delle interazioni verbali e non verbali come veicolo di elaborazione mentale;
  • per i teorici della coesione sociale gli studenti sono più portati ad aiutarsi l'un l'altro quando inseriti in gruppi cooperativi;
  • le prospettive evolutive sostengono che le attività collaborative permettono agli alunni di lavorare nella loro zona di sviluppo prossimale.

Come sostiene però la prospettiva sinottica, è più probabile che tutti e quattro questi approcci permettano di vedere nei metodi collaborativi una grande opportunità per una scuola inclusiva.

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