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Le proteste studentesche e la lettera di Bianchi. Per Cangemi (PCI) non basta. it-IT Editoriale 2022-02-07T14:59:20+01:00
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100mila studenti in protesta contro il "nuovo" modello scuola: Bianchi "non ha nulla da dire"

Le proteste studentesche e la lettera di Bianchi. Per Cangemi (PCI) non basta.

Redazione Universo Scuola
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A seguito delle manifestazioni di protesta studentesca che hanno avvolto l'Italia lo scorso venerdì, nella giornata odierna gli alunni delle scuole superiori tornano sul piede di guerra e lo fanno, ancora una volta, polemizzando sul modello scuola annunciato dal Ministro Bianchi e, soprattutto, sulle modalità previste già dal prossimo esame di Stato. D'altro canto era stato da loro annunciato: "riempiremo le strade e le piazze di tutte le città di questo paese fino a che il ministero non tornerà sui suoi passi". Ma il ministro all'Istruzione, per il momento, non sembra affatto propenso ad un dietro-front: lo spiega in una lunga missiva edita su la Repubblica indirizzata agli studenti in protesta in cui vige una puntuale attenzione rispetto ai temi da loro sollevati negli scorsi giorni. Il Ministro, che era stato accusato di "sordità", si mostra pertanto all'ascolto anche se non nega di non avere, in aggiunta, "nulla da dire agli studenti".

Le nuove proteste

Venerdì scorso "più di 100mila studentesse e studenti sono scesi nelle piazze di tutto il paese contro il modello di scuola del ministro Bianchi, dalle linee guida sulla maturità che non tengono conto delle difficoltà e delle esigenze della componente studentesca, al modello scuola-azienda, che vede l'istruzione unicamente come strumento per prepararci al mondo del lavoro".

Nella giornata odierna si attestano ulteriori manifestazioni, cortei e sit-in di protesta da parte delle organizzazioni studenesche radunate, per l'occasione, nelle principali piazze italiane. I temi tornano ad essere i medesimi dello scorso venerdì: la morte dello studente udinese durante uno stage aziendale, l'alternanza scuola-lavoro, il sistema scolastico ma, più di tutto, gli esami di Stato e il ritorno alle due prove scritte.

A dire di buona parte degli studenti, infatti, il Ministro Bianchi - nell'elaborare le nuove linee riguardo l'esame di maturità - non avrebbe tenuto sufficientemente in considerazione le difficoltà pratiche (legate alle modalità di istruzione incerte e frammentarie) e psicologiche (lo stress e i vari disturbi che si sono incrementati in questo frangente storico) che i due anni di pandemia hanno comportato.

Il Ministro - accusato la volta scorsa di essere cieco e sordo dinnanzi codeste difficoltà - ha invece sostenuto di essere interessato ad "ascoltare i ragazzi che protestano"; ciò non toglie, tuttavia, che non sia tra le sue volontà quella di operare un passo indietro rispetto le decisioni annunciate sull'esame di maturità e sul PCTO.

La lettera di Bianchi

Nell'accorata missiva indirizzata agli studenti su la Repubblica, il Ministro tocca un po' tutti i temi incandescenti: l'alternanza scuola-lavoro, gli stage in azienda, gli esami di stato e le due prove. Ma è chiaro - dice il titolare dell'Istruzione - che questi sono stati esacerbati dalla pandemia ma hanno origine ben più addietro nel tempo. Vediamo, dunque, i punti della sua argomentazione.

Gli stage in azienda

L'alternanza scuola lavoro è stata riformulata nel 2018 con il PCTO - Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento. Con tale documento si è stabilita la rilevanza delle esperienze lavorative in azienda in qualità di parte integrante del processo istruttivo ed educativo dello studente. Queste ultime non debbono in alcun modo essere intese alla stregua di un rapporto di lavoro. Differisce dal concetto stesso di "alternanza scuola-lavoro" quello di "formazione professionale", com'è stato il caso del ragazzo udinese.

Gli esami di stato

L'ordinanza predisposta stabilisce due prove scritte: una prova nazionale di italiano in cui sono previste ben sette tracce tra le quali scegliere e una seconda prova di indirizzo, formulata dalla commissione locale - cioè gli stessi docenti - che, in quanto tale, "potrà sicuramente tenere conto dei livelli educativi effettivamente raggiunti". Alle prove scritte seguirà poi un colloquio orale. In nessuna di queste fasi verranno richieste "come requisito di accesso né i Pcto né la prova Invalsi".

Cangemi: il difensivo testo di Bianchi

Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola del PCI, ha argomentato in tono polemico la lettera di Bianchi sostenendo come essa sia più un "testo difensivo che conferma l'inadeguatezza dell'attuale titolare del dicastero dell'istruzione". La missiva del Ministro, a suo dire, infatti confermerebbe tre aspetti:

  • le manifestazioni studentesche hanno messo a dura prova il titolare dell'Istruzione;
  • il ministro è realmente sordo dinnanzi alle loro richieste;
  • il ministro "non ha nulla di interessante da dire" perché le sue decisioni si muovono in direzione diametralmente opposta rispetto le esigenze avanzate dal popolo studentesco.

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