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Studenti non italofoni: cosa prevede il protocollo di accoglienza, gli strumenti utilizzati, il ruolo dei docenti e i criteri di valutazione finale it-IT Editoriale 2021-12-13T17:31:38+01:00
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Come accogliere gli alunni non italofoni: la guida completa

Studenti non italofoni: cosa prevede il protocollo di accoglienza, gli strumenti utilizzati, il ruolo dei docenti e i criteri di valutazione finale

Redazione Universo Scuola
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L'accoglienza degli alunni non italofoni, ovvero nati in Italia da genitori non italiani, ma scolarizzati e con una buona conoscenza della lingua italiana, è determinata da un protocollo ben preciso, un vero e proprio documento che fornisce alle scuole tutte le indicazioni necessarie per operare al meglio.

Il documento ha un obiettivo specifico: affrontare l'inserimento scolastico degli alunni non italofoni nel migliore dei modi, facendoli sentire parte integrante di un gruppo e abbattendo qualunque differenza sociale, culturale e linguistica. Il protocollo, quindi, si presenta come punto di partenza di tutte le scuole e può essere modificato in base alle esigenze specifiche di ciascuna di esse.

La sua redazione proviene dall'unione delle indicazioni provenienti da:

  • D.lgs. 286 del 1998 sull'iscrizione dei minori stranieri;
  • DPR 394 del 1999 Viste le Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri (2014);
  • Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione (2012) che sostiene un modello interculturale di scuola;
  • "Diversi da chi" trasmesso con nota MIUR 9.9.2015 Prot. n. 5535 in cui si comunicano le dieci raccomandazioni operative per l'integrazione degli alunni neoarrivati in Italia.

Protocollo per alunni non italofoni: a chi si rivolge e gli obiettivi prefissati

Attraverso la lettura, la visione e la condivisione del protocollo di accoglienza, il collegio docenti è incaricato di:

  • Definire le pratiche da seguire all'interno dell'istituto di riferimento in merito al tema dell'accoglienza;
  • Facilitare l'inserimento degli alunni non italofoni in classe e a scuola, sia a livello sociale che scolastico, sostenendoli durante la fase di adattamento;
  • Migliorare il clima di accoglienza e fare attenzione a ogni eventuale ostacolo che possa impedire relazioni e adattamento;
  • Formare un contesto consono e adatto all'incontro di culture varie e diverse tra loro;
  • Agevolare i contatti e la socializzazione con le famiglie di origine;
  • Promuovere la collaborazione tra scuole e tra scuola e territorio, in modo da realizzare un sistema formativo integrato.

Il protocollo, così pensato e ideato, si rivolge a:

  • Studenti con problematiche di natura interculturale e legate all'integrazione;
  • Alunni con cittadinanza non italiana;
  • Studenti che vivono in ambienti familiari non italofoni;
  • Minori non accompagnati;
  • Figli di coppie miste;
  • Studenti adottati internazionalmente;
  • Alunni rom, sinti, caminanti e appartenenti ad altre culture in contatto con il territorio nazionale italiano attraverso le migrazioni.

Inoltre, la sua organizzazione delinea delle prassi ben precise da condividere su base:

  • Amministrativo e burocratico (iscrizione);
  • Comunicativo e relazionale (prima conoscenza);
  • Educativo - didattico (proposta di assegnazione alla classe, accoglienza, alfabetizzazione in italiano, educazione interculturale, successo formativo);
  • Sociale (rapporti e collaborazione con il territorio).

La Commissione Nuovi Arrivati in Italia (NAI): cosa fa e com'è strutturata

La Commissione NAI (Nuovi Arrivati in Italia):

  • Si occupa delle attività organizzate per gli alunni non italofoni avvalendosi anche di materiale bilingue;
  • Fa da supporto agli studenti che riscontrano difficoltà di inserimento, collaborando con i docenti della classe di riferimento;
  • Si appoggia a studenti della classe o dell'istituto in quanto tutor per agevolare l'inserimento dei nuovi arrivati;
  • Tiene sotto controllo i risultati ottenuti sia in corso d'opera, sia a fine anno scolastico.

Sempre il protocollo, in merito ai NAI, prevede 3 diverse fasi:

  • Prima alfabetizzazione: l'obiettivo è di imparare la lingua per poter comunicare; di conseguenza, gli studenti vengono aiutati nella comprensione, nella produzione orale, nella creazione di un lessico di base e nell'acquisizione di tecniche che agevolino lettura e scrittura;
  • Fase "ponte": serve per accedere all'italiano utile per l'apprendimento scolastico, con l'ampliamento delle conoscenze linguistiche e l'acquisizione di contenuti disciplinari comuni facendo affidamento anche a materiale bilingue di supporto;
  • Fase della "facilitazione linguistica": i NAI si mettono in pari con il resto della classe, pur mantenendo alcune facilitazioni didattiche e linguistiche.

Inserimento in classe e scelta della sezione

Una volta che la Commissione viene informata della presenza di NAI, propone l'assegnazione alla classe più idonea procedendo in questo modo:

  • Prende visione della documentazione prodotta, tenendo conto delle disposizioni legislative, delle informazioni raccolte, degli esiti delle prove di ingresso, oltre che delle conoscenze, delle competenze e delle abilità di ciascun alunno in base all'età anagrafica;
  • Predilige l'inserimento in una classe composta da coetanei, in modo da favorire un inserimento "alla pari", tra coetanei e prevenendo il rischio di dispersione scolastica;
  • In caso di un basso livello di conoscenza della lingua italiana, può valutare l'inserimento in una classe anagrafica inferiore, con l'obiettivo di migliorare e agevolare il processo di apprendimento e integrazione.

Per quanto riguarda la sezione, invece, la scelta viene presa sulla base di determinati benefici che ne possono essere tratti:

  • Inserimento in classi dove non esiste una prevalenza di alunni non italofoni;
  • Inserimento in classi dove non ci sono altri alunni non italofoni provenienti dallo stesso Paese di origine (potrebbe essere un ostacolo all'apprendimento della lingua italiana ma, in alcuni casi potrebbe anche risultare vantaggioso);
  • Inserimento in classi sulla base della loro complessità (facendo riferimento a disagio, dispersione, rendimento, disabilità ecc…).

Prima accoglienza nella classi: il ruolo dei docenti e del consiglio di classe

Individuati i NAI, il team o docente coordinatore, sotto supervisione della stessa Commissione, devono:

  • Accogliere i nuovi alunni e presentarli alla classe;
  • Coinvolgere i ragazzi nell'accoglienza per facilitare l'inserimento;
  • Concretizzare situazioni che possano favorire l'integrazione e la comunicazione;
  • Sfruttare l'ausilio di cartelloni, carte geografiche, strumenti multimediali per aiutare i NAI ad apprendere la lingua e poter comunicare correttamente.

Da parte sua, il consiglio di classe è tenuto a:

  • Nominare un insegnante/tutor che si occupi dell'integrazione del nuovo alunno nella classe di assegnamento;
  • Individuare le migliori modalità per semplificare l'apprendimento linguistico per ogni singola disciplina, in modo che l'alunno possa acquisire concetti sia orali che scritti;
  • Realizzare PDP (Piani Didattici Personalizzati) su misura per valutarne competenze e progressi;
  • Informarsi sui percorsi migliori per incentivare l'alfabetizzazione e il consolidamento linguistico, proponendoli all'istituto;
  • Predisporre percorsi ad hoc per gli studenti che provengono da famiglie con difficoltà nella conoscenza della lingua italiana;
  • Mantenere continui contatti con i docenti che seguono l'alunno in eventuali attività di recupero.

Inoltre, il team docenti/consiglio di classe deve definire gli interventi, le modalità e le strategie didattiche educative migliori per l'alunno non italofono:

  • In presenza di alunni non italofoni arrivati recentemente in Italia che non dimostrino particolari difficoltà nella conoscenza della lingua italiana, è possibile che vengano valutati in quelle discipline dove il livello linguistico non è rilevante (es. educazione fisica, chimica, matematica, disegno, lingue straniere);
  • In presenza di alunni non italofoni con buona conoscenza di una lingua straniera rientrante nel piano di studi dell'istituto, è possibile valutarli nella lingua da loro padroneggiata;
  • Per quanto riguarda le discipline che richiedono necessariamente la conoscenza dell'italiano, è possibile valutare gli studenti in base alle competenze iniziali registrate dal PDP.

Le valutazioni finali di ciascun alunno, quindi, tiene conto non solo dei parametri interni dell'istituto, ma anche delle condizioni di svantaggio linguistico o di eventuali disagi relazionali.

Per ogni studente, inoltre, vengono predisposti dei documenti contenenti:

  • Scheda di presentazione, con notizie e primo colloquio con la famiglia, oltre che una raccolta di informazioni su percorso scolastico iniziale;
  • Griglia delle competenze iniziali, con una rilevazione del livello linguistico della lingua italiana.

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