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Scopri quali sono le richieste dei pediatri per l'aumento dei contagi a scuola e quali saranno le nuove linee guida per l'obbligo delle mascherine it-IT Editoriale 2022-10-03T14:42:09+02:00
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Covid a scuola: Contatti stretti con obbligo di mascherina FFP2. I pediatri chiedono il vaccino per i bambini

Scopri quali sono le richieste dei pediatri per l'aumento dei contagi a scuola e quali saranno le nuove linee guida per l'obbligo delle mascherine

Redazione Universo Scuola
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Nonostante il recente aumento dei contagi da Covid, continua il processo di abbandono progressivo delle restrizioni. Se la mascherina non è più obbligatoria sui mezzi pubblici dal 1° ottobre, in classe l'obbligo non esiste più già dall'inizio dell'anno scolastico 2022/2023.

La tendenza dei casi di positività è tuttavia in crescita, una questione che si lega:

  • all'uso delle mascherine in classe;
  • all'autosorveglianza in caso di contatti stretti;
  • alla ripresa della campagna vaccinale.

Vediamo quali sono le ultime novità in merito.

Quando indossare la mascherina: cosa dice il vademecum sull'autosorveglianza

Secondo il vademecum inviato dal Ministero dell'Istruzione, l'uso in classe della mascherina è:

  • facoltativo per tutti coloro che vogliono proteggersi e non debbano indossarla secondo le misure di prevenzione vigenti;
  • obbligatorio per soggetti fragili e studenti con sintomi respiratori di lieve entità in mancanza di febbre;
  • obbligatorio in caso di autosorveglianza che segue a contatti stretti con positivi al Covid-19.

Nelle linee guida per la prevenzione dei contagi a scuola, il Ministero rimanda alla Circolare del Ministero della Salute n. 19680/2022 per qualsiasi informazione sulla gestione dei contatti stretti.
Si legge nel testo che ai contatti stretti di positivi
"è applicato il regime dell'autosorveglianza, consistente nell'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al decimo giorno successivo alla data dell'ultimo contatto stretto."Al termine del decimo giorno finisce anche il regime dell'autosorveglianza, a patto che non siano comparsi sintomi compatibili con Covid-19.

Chi sono i contatti stretti a scuola: i dubbi dei Dirigenti Scolastici

In un quadro che vede il progressivo abbandono delle restrizioni, sono sempre di più i presidi che si chiedono cosa si intende per contatto stretto.

Nella definizione del Ministero della Salute, non ci sono dubbi. Può essere definito contatto stretto chi:

  • ha avuto un contatto fisico diretto con un positivo, per esempio mediante una stretta di mano;
  • ha avuto un contatto diretto non protetto con secrezioni di un positivo, per esempio toccando un fazzoletto usato a mani nude;
  • vive nella stessa casa di un positivo;
  • ha avuto un contatto diretto faccia a faccia con un positivo a distanza inferiore a 2 metri e per più di 15 minuti;
  • ha fornito assistenza diretta a un positivo senza l'impiego di DPI idonei, per esempio un operatore sanitario (o altra persona);
  • si è trovato in un ambiente chiuso con un positivo e senza mascherina;
  • ha viaggiato in un qualsiasi mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un positivo.

Andando sul contesto scolastico, quali sono i contatti stretti? Come sottolinea la presidente dell'ANP Lazio Cristina Costarelli, non è chiaro se siano i compagni di banco, o magari i compagni di classe, o perfino i compagni di altre classi.

E ancora, sono da considerare contatti stretti di un alunno positivo anche i docenti e il personale scolastico? Come si individuano tutti gli studenti che hanno viaggiato sul medesimo mezzo di un positivo?

Si tratta di dubbi ai quali né il vademecum né la circolare rispondono in modo esaustivo. Sostiene Costarelli:
"La questione è stata scaricata sui dirigenti scolastici, che ad oggi decidono tra combinati disposti di normative in essere e buon senso."

Riprendere la campagna vaccinale fra i bambini: l'allarme della Società Italiana di Pediatria

Appare chiaro che per rispondere a questi dubbi si attendono indicazioni più aggiornate e - soprattutto - più precise da parte del Ministero.

Ma non è l'unica questione che andrebbe specificata. L'ultimo report della Fondazione Gimbe ha rilevato, fra gli altri risultati, due tendenze:

  • da una parte, i contagi crescono più velocemente fra i bambini;
  • dall'altra parte, il tasso di vaccinazione dei bambini tra 5 e 11 anni è soltanto al 40%, con valori che vanno dal 21,1% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,9% della regione Puglia.

A lanciare l'allarme è la Società Italiana di Pediatria. Secondo la presidente Annamaria Staiano, i miglioramenti dell'ultimo periodo hanno portato a una generale disattenzione.

Inoltre, è chiaro ormai come i bambini rappresentino un serbatoio per il virus e siano quindi in grado di sviluppare l'infezione e trasmetterla.

Secondo Staiano, serve:
"intensificare la campagna vaccinale per la fascia pediatrica perché la copertura finora raggiunta resta molto bassa. Attualmente sono autorizzati i booster, ovvero i richiami di terza dose, solo per i bambini dai 12 anni in su, ma anche fra i 5 e gli 11 anni la copertura vaccinale è molto bassa."

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