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Didattica inclusiva: come coinvolgere la classe attraverso strategie e metodologie diverse ma ugualmente efficaci it-IT Editoriale 2022-02-16T09:45:49+01:00
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Didattica inclusiva: le migliori strategie a disposizione degli insegnanti

Didattica inclusiva: come coinvolgere la classe attraverso strategie e metodologie diverse ma ugualmente efficaci

Redazione Universo Scuola
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Il termine strategia, dal greco stratēgia, cioè "arte del condottiero dell'esercito", viene utilizzato in ambiti e contesti diversi all'interno della nostra società, incluso il campo della pedagogia; in questo caso, per strategia si intende l'orientamento del docente nei confronti del processo di apprendimento del discente, cioè dell'alunno.

Spetta al docente, quindi, stabilire a priori la linea comportamentale che intende seguire nel corso dell'anno per il raggiungimento di determinati obiettivi, tenendo in considerazione anche e soprattutto la situazione di partenza degli alunni, dei mezzi e delle risorse a disposizione e il tempo necessario.

Spesso, il contesto didattico tende ad assimilare la strategia con la metodologia, ma occorre fare una precisazione: la strategia è l'atteggiamento assunto dal docente nei confronti di un determinato percorso didattico che, inevitabilmente, implica l'utilizzo di una metodologia.

Di conseguenza, l'una implica l'esistenza dell'altra rivelandosi strettamente correlate, ma possono essere categorizzate in modi differenti.

Strategie espositive/euristiche

La strategia più diffusa in assoluto è quella espositiva, cioè mediante la classica lezione frontale. In questo caso, è compito dell'insegnante capire se la classe è più predisposta all'apprendimento in forma teorica o se necessita di una scoperta empirica e, quindi, attiva magari tramite l'utilizzo di laboratori o attività di gruppo. Questa tipologia di strategia è molto indicata per la storia, la letteratura e le lingue antiche come greco e latino.

La strategia euristica, invece, sfrutta perlopiù le scienze fisiche o naturali, che si basano su numerosi concetti teorici che bisogna imparare a memoria; al contempo però, sono tanti i docenti che scelgono di far sperimentare i propri alunni attivamente, in modo da applicare personalmente le formule assimilate e ottenere risultati concreti.

Strategie didattiche imitative, di ricerca e creative

Andando avanti, gli insegnanti possono scegliere molte altre varietà di strategie, sempre in base al metodo che desiderano mettere in atto e agli obiettivi che intendono raggiungere:

Strategie Definizione
Strategie imitative il docente propone un modello che gli alunni devono seguire, in modo da poter analizzare i comportamenti rappresentati dal modello in questione e scinderli a livello teorico e intuitivo
Strategie di ricerca servono a sviluppare le capacità di problem solving negli studenti, stimolandone la curiosità empirica e il processo euristico
Strategie creative si basano sull'apprendimento per intuizione ma, a differenze delle strategie imitative, non invitano a seguire un modello ma, piuttosto, di costruirlo in base alla propria interiorità. Tutto questo serve a spingere gli alunni a porsi un problema e a risolverlo da soli.

Strategie didattiche attive

Infine, non mancano di certo le strategie didattiche attive che, sebbene propongano nomenclature in lingua inglese, sono ormai entrate a far parte della didattica attuale. Le principali sono:

  • la conversazione guidata, da parte del docente tra i vari studenti in classe;
  • il peer-tutoring, cioè il tutoraggio tra due alunni;
  • il brainstorming, cioè il riunire le idee liberamente;
  • il role playing, cioè i giochi di ruolo;
  • il case-study, cioè lo studio di un determinato caso specifico in classe;
  • l'in -basket, cioè la simulazione di una giornata lavorativa in ufficio;
  • l'incident progress, cioè l'applicazione del problem solving su un caso reale.

A queste strategie didattiche attive corrispondono delle metodologie didattiche attive quali:

  • Think-Pair-Share, cioè pensa-abbina-condividi: il docente dà l'input alla classe e poi viene chiesto a ogni singolo studente di rifletterci singolarmente per poi trovare uno o più compagni per trovare, insieme, una soluzione;
  • TAPPS, cioè thinking aloud pair problem solving: simile al precedente, ma richiede la collaborazione degli studenti fin dal principio e pensando a voce alta.

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