L’educazione finanziaria è un tema del quale si discute con una certa intensità ormai da diversi anni e, con il suo proverbiale ritardo, anche l’Italia ha di recente riconosciuto la sua importanza.
Il ruolo dell’educazione finanziaria diventa fondamentale anche e soprattutto nel contesto scolastico, dove iniziamo a vedere linee guida, indicazioni e programmi.
Facciamo il punto della situazione.
Cos’è l’educazione finanziaria?
Il concetto di educazione finanziaria è stato introdotto in Italia dalla Legge n. 15/2017 di conversione del DL n. 237/2016 recante Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio. Secondo quanto recita, al comma 2, l’articolo 24-bis, per educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale si intende
"il processo attraverso il quale le persone migliorano la loro comprensione degli strumenti e dei prodotti finanziari e sviluppano le competenze necessarie ad acquisire una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunità finanziarie."
La definizione contenuta nella legge del 2017 riprende quella data dall’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel 2005. Come si può vedere, l’educazione finanziaria è vista come un processo volto al miglioramento della consapevolezza sugli strumenti finanziari, sui rischi possibili e sulle opportunità.
Ma come rendere operativo il concetto, fin qui astratto, di educazione finanziaria?
Comitato per l’educazione finanziaria: iniziative e obiettivi
Risponde alla domanda del precedente paragrafo l’articolo 24-bis, comma 6, della medesima Legge n. 15/2017, che istituisce
"il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, con il compito di promuovere e programmare iniziative di sensibilizzazione ed educazione finanziaria"
In pratica, il Comitato è il soggetto che ha il compito di rendere concreta la definizione di educazione finanziaria. Composto da 11 membri e presieduto da un direttore, il Comitato ha quindi l’obiettivo di:
- coordinare iniziative utili a innalzare tra la popolazione la conoscenza e le competenze finanziarie, assicurative e previdenziali;
- portare a un miglioramento generale della capacità di fare scelte coerenti con i propri obiettivi e le proprie condizioni;
- rendere, nel lungo periodo, le conoscenze e competenze finanziarie disponibili per tutti.
Al comma 10 si legge che il Comitato ha il compito di individuare obiettivi misurabili, programmi e azioni da porre in essere. Diventa quindi importante la valorizzazione delle esperienze, delle competenze e delle iniziative maturate dai soggetti attivi sul territorio nazionale. Allo stesso tempo, va favorita la collaborazione fra soggetti pubblici e privati.
Educazione finanziaria a scuola: linee guida e indicazioni del Comitato
Uno degli ambiti di azione più importanti riguarda l’educazione finanziaria a scuola, per la quale il Comitato ha redatto:
- le Linee guida per lo sviluppo delle competenze di educazione finanziaria nella scuola;
- le Indicazioni operative per l’insegnamento dell’educazione finanziaria.
In entrambi i casi, il Comitato intende fornire spunti, materiali e supporti operativi che possano configurare l’insegnamento dell’educazione finanziaria nelle scuole italiane. Entrando nello specifico, le linee guida vogliono rappresentare uno strumento a disposizione di Dirigenti Scolastici e docenti per
"inserire l’insegnamento dell’educazione finanziaria nel piano dell’offerta formativa. Si tratta di un documento il cui scopo è assicurare che l’educazione finanziaria venga trattata in modo uniforme sul territorio, affrontandone tutti i suoi aspetti"
I quattro grandi ambiti nei quali si articola l’insegnamento dell’educazione finanziaria risultano quindi denaro e transazioni, pianificazione e gestione delle finanze, rischio e rendimento, ambiente finanziario.
Dal canto loro, le indicazioni forniscono ai docenti spunti, materiali e supporti operativi idonei a configurare al meglio l’educazione finanziaria a scuola. Anche questo documento costituisce uno strumento che faciliti la scelta delle modalità più appropriate da adottare nelle diverse situazioni didattiche.
Insegnamento dell’educazione finanziaria dal 2023: le novità del DDL Capitali
Il che ci porta al 2023, anno in cui l’educazione finanziaria viene inserita nei percorsi scolastici, più precisamente nell’ambito dell’educazione civica. Se si considera che l’Italia risulta negli ultimi posti per quanto riguarda la consapevolezza su rischi, opportunità e strumenti finanziari, si tratta di un indubbio passo nella giusta direzione.
Il Disegno di Legge recante Interventi a sostegno della competitività dei capitali, di cui si attende l’approvazione finale in autunno, modifica infatti la Legge n. 92/2019 che aveva introdotto l’insegnamento dell’educazione civica. In particolare, risulta molto interessante la nuova formulazione dell’articolo 1, comma 2:
"L’educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute, al benessere della persona e all’educazione finanziaria, con particolare riguardo alla finanza personale, al risparmio e all’investimento."
L’educazione finanziaria verrà insegnata agli studenti delle scuole italiane da docenti di altre materie, con l’obiettivo di mantenere un’ottica multidisciplinare. Saranno comunque le autonomie scolastiche a scegliere le modalità di applicazione dei percorsi di insegnamento.
Almeno, in attesa di indicazioni più specifiche da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito.