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Il caso di una docente perseguitata dalla preside infiamma il dibattito sui poteri sanzionatori dei Dirigenti Scolastici: fra provvedimenti degli USP, querele e tribunali penali, la soluzione sta nel contratto. it-IT Editoriale 2023-06-26T14:34:25+02:00
Docenti

Mobbing a scuola: dopo 4 anni il Tribunale Penale e l'USP assolvono docente dalle accuse della preside

Il caso di una docente perseguitata dalla preside infiamma il dibattito sui poteri sanzionatori dei Dirigenti Scolastici: fra provvedimenti degli USP, querele e tribunali penali, la soluzione sta nel contratto.

Redazione Universo Scuola
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Che un Dirigente Scolastico possa non andare d'accordo con un docente della propria scuola appare normale, nell'ambito del contesto lavorativo. Accade però, sempre più di frequente, che il disaccordo sfoci in procedimenti disciplinari e da questi a una vera e propria persecuzione.

L'ultimo caso è avvenuto in Puglia, dove una docente è stata querelata e sospesa senza stipendio, fino all'esito conclusivo da parte del Tribunale Penale di Lecce. Vediamo cos'è successo.

Docente perseguitata dalla Dirigente: censura e sanzioni richieste all'USP

L'episodio scatenante risale a qualche anno fa. Durante il collegio dei docenti, una docente ha urlato alla Dirigente Scolastica la frase "Lei in un anno ha distrutto la scuola".

La forte presa di posizione della docente era dovuta ai primi provvedimenti presi dalla Dirigente Scolastica al suo arrivo nella scuola. Infatti, la preside aveva preteso che la pausa pranzo autogestita degli studenti ricevesse l'assistenza di alcuni docenti. La docente in questione, invece, aveva contestato la disposizione come illegittima, dal momento che non rientra negli obblighi contrattuali degli insegnanti. A questo primo scontro, era seguita una censura, ossia una dichiarazione di biasimo scritta e motivata, inflitta per mancanze non gravi riguardanti i doveri inerenti alla funzione docente o d'ufficio.

In seguito al caotico collegio dei docenti, invece, la Dirigente Scolastica avrebbe chiesto una sanzione disciplinare da parte dell'Ufficio Scolastico Provinciale. L'USP di Lecce ha però archiviato il provvedimento e rilevato che la docente in questione:
"ha evidenziato la propria buona fede, confutando in toto quanto contestatole. [...] si rileva altresì una condotta della prof.ssa [...], seppure con toni accesi nei confronti della dirigenza scolastica, volta alla difesa dei diritti dei rappresentanti degli alunni"
Sembrerebbe una pronuncia in grado di mettere la parola fine alla vicenda, ma in realtà è stato solo l'inizio.

Dalla richiesta di licenziamento al tribunale penale: fine della storia?

L'USP di Lecce ha infatti chiesto all'USR Puglia di attivare un monitoraggio nei confronti delle relazioni fra la dirigenza e la docente interessata. La preside, tuttavia, avrebbe in seguito anche comminato all'insegnante una sospensione di tre giorni senza stipendio. Si tratta di un potere sanzionatorio che i Dirigenti Scolastici non hanno, ragione per cui il Giudice del Lavoro di Lecce ha annullato la sanzione e disposto la restituzione dello stipendio trattenuto in modo illegittimo.

Anche qui, una spiacevole storia che non avrebbe neanche dovuto avere inizio è invece continuata. La Dirigente Scolastica si è infatti rivolta nuovamente all'Ufficio Scolastico Provinciale chiedendo il licenziamento con preavviso della docente. Durante un controllo del medico fiscale per malattia della docente, quest'ultima non sarebbe stata presente in casa. Il medico avrebbe poi ammesso di essersi recato nell'abitazione errata. L'USP ha deciso anche in questo caso di archiviare.

L'odissea, durata più di quattro anni, si è apparentemente conclusa a fine aprile 2023 grazie a una sentenza del Tribunale Penale di Lecce. Al giudice si era rivolta, sempre per quanto accaduto durante il collegio dei docenti, la Dirigente Scolastica, che aveva querelato la docente per i reati di oltraggio e diffamazione. Il tribunale ha però assolto l'insegnante con formula piena perché "i fatti non costituiscono reato".

Poteri dei Dirigenti Scolastici: la soluzione sta nel contratto scuola

Come si è visto, il caso in questione parte dai normali dissidi che possono verificarsi nella gestione di un'istituzione scolastica ma assume, ben presto, tratti che potremmo definire di "mobbing". Ogni provvedimento è stato archiviato, certo, ma di certo non può essere questa la strada da seguire nel momento in cui emergono contrasti fra dirigenza scolastica e docenti. Situazioni come quella avvenuta in Puglia sono sempre più in crescita anche in altre regioni e si legano, peraltro, all'intolleranza verso il dissenso e i contrasti.

Proprio la questione dei poteri sanzionatori dei Dirigenti Scolastici è al centro delle trattative sul rinnovo del CCNL scuola 2019-2021. Si tratta di un aspetto che i sindacati dovranno affrontare in modo da ricostituire un equilibrio fra le due categorie di lavoratori ed evitare che casi come quello avvenuto in Puglia diventino la norma, e non l'eccezione.

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