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Il report di Save The Children Italia sulla dispersione scolastica in italia è allarmante: tanti Neet, disuguaglianze tra nord e sud e carenze strutturali. it-IT Editoriale 2022-09-07T16:40:44+02:00
Famiglie e Studenti

Il rapporto di Save The Children sulla dispersione scolastica in Italia

Il report di Save The Children Italia sulla dispersione scolastica in italia è allarmante: tanti Neet, disuguaglianze tra nord e sud e carenze strutturali.

Redazione Universo Scuola
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Nella giornata di oggi 7 settembre Save The Children Italia ha pubblicato un report interessante sulla dispersione scolastica in Italia. Il documento, dal suggestivo titolo "Alla ricerca del tempo perduto" consegna una fotografia impietosa dello stato della scuola italiana.

I dati sono infatti deludenti, addirittura allarmanti e attestano una certa carenza strutturale degli istituti scolastici, una forte - ma prevedibile - disuguaglianza tra Nord e Sud e una scarsa continuità tra scuola e lavoro, testimoniata dall'alto numero di Neet.

Carenze strutturali e servizi assenti. La scuola non argina la povertà

Analizzando più nel dettaglio il rapporto di Save The Children emerge subito un dato preoccupante sulla povertà: prima della guerra in Ucraina infatti 1 milione e 2382 mila minori, ovvero il 14,2%, soffrivano di una situazione di povertà (già in crescita rispetto al 13,5% del 2020). Con il rincaro energetico e l'inflazione, il numero è destinato a peggiorare.

Le carenze strutturali citate in apertura riguardano la scarsa diffusione o l'assenza di spazi e servizi quali palestre, mense, tempo pieno. In generale le scuole italiane hanno evidenti problemi di agibilità e non agevolano i bambini in condizioni socioeconomiche di disagio a venirne fuori.

Il fenomeno dei Neet, i giovani che non lavorano e non studiano. La dispersione implicita

In aumento anche il numero dei Neet, ovvero quei giovani compresi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non sono impegnati in un alcun percorso di istruzione o formazione. Tristemente l'Italia è lo stato dell'Ue con il maggior numero di Neet, il 23,1%, più del doppio rispetto Francia e Germania).

Inoltre il 12,7% degli studenti abbandona la scuola prima del diploma, mentre il 9,7% dei diplomati dimostra di non avere le competenze minime necessarie richieste dalle università o dal mondo del lavoro. Un dato preoccupante, che riguarda quasi uno studente su 10 e che Save The Children definisce come "Dispersione implicita", conseguenza di un'offerta formativa inadeguata, impoverita e accentuata dai disagi socioeconomici.

Questo fenomeno risente chiaramente di differenze geografiche, con un sud che arranca sul raggiungimento delle competenze base. Ecco alcuni dati:

  • La dispersione implicita colpisce soprattutto la Campania, con un tasso del 19,8%;
  • In Campania, Calabria e Sicilia la competenza base in italiano non viene raggiunta dal 60% degli studenti;
  • Aggiungendo al computo la Sardegna, il 70% degli studenti delle 4 regioni non raggiunge competenze base in matematica.

L'aspetto delle competenze è fortemente connesso anche allo stato di salute delle strutture scolastiche. Nelle zone più fornite di servizi e strutture infatti il tasso di dispersione implicita diminuisce, grazie alla possibilità di frequentare il tempo pieno e di rimanere a scuola a pranzo con l'attivazione del servizio mensa.

Abbandono scolastico. Numeri altissimi nel Sud Italia

Come prevedibile, anche i numeri dell'abbandono scolastico sono impietosi, con punte anche in questo caso nelle regioni del sud, le quali vanno oltre la media nazionale del 12,7%. Ecco i dati in particolare:

  • Sicilia: 21,1%
  • Puglia: 17,6%
  • Campania: 16,4%
  • Calabria: 14%

La politica deve potenziare i servizi scolastici. Rossano Sasso contro l'estensione dell'obbligo scolastico

Preso atto della situazione non certo rosea della scuola italiana, la politica ha il compito di ridare lustro al mondo dell'istruzione italiana. Per Rossano Sasso, sottosegretario dell'attuale ministero dell'Istruzione, la soluzione non può essere estendere l'obbligo scolastico.

Secondo Sasso infatti la pandemia è andata a peggiorare la situazione delle fasce sociali meno abbienti e dei territori più carenti dal punto di vista di strutture e servizi. La ripresa economica del paese passa dunque da un serio miglioramento delle scuole e non dall'estensione dell'obbligo di frequentare un sistema che scricchiola più che mai.

Le priorità sono dunque altre: dalla stabilizzazione degli insegnanti alla loro valorizzazione tramite adeguamento salariale, dal miglioramento dell'istruzione tecnico-professionale al potenziamento dei servizi, fino ad arrivare ad una riqualificazione delle zone più colpite, con nuovi istituti e strutture e un maggior supporto fiscale e di riduzione delle spese.

Accorato anche l'appello di Raffaela Milano, la direttrice dei programmi Save The Children per l'Italia-Europa, che chiede al futuro governo italiano una presa di responsabilità, che possa portare ad un aumento della densità educativa nei territori più in sofferenza.

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