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Le criticità durante gli esami di idoneità degli studenti in istruzione parentale e tutti i riferimenti normativi per superare un concetto di scuola inattuale, nel rispetto dell'educazione degli studenti. it-IT Editoriale 2023-06-21T13:26:20+02:00
Famiglie e Studenti

Ripensare gli esami di idoneità per l'istruzione parentale: un'opportunità di cambiamento

Le criticità durante gli esami di idoneità degli studenti in istruzione parentale e tutti i riferimenti normativi per superare un concetto di scuola inattuale, nel rispetto dell'educazione degli studenti.

Redazione Universo Scuola
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Alla fine dell'anno scolastico, le istituzioni scolastiche incontrano gli studenti che hanno svolto i percorsi di homeschooling o istruzione parentale. L'obiettivo è quello di accertare se gli studenti hanno ricevuto educazione e istruzione in un processo efficace di apprendimento. Spesso però si tratta di un accertamento che presenta alcune criticità, come segnalato dall'associazione LAIF.

Esami di idoneità per gli studenti in homeschooling: tante, troppe criticità

Nelle intenzioni, l'incontro fra istituzioni scolastiche e studenti in homeschooling dovrebbe rappresentare un momento di fruttuoso confronto. Troppo spesso, però, emergono delle criticità che vanno a sminuire il percorso degli studenti che svolgono l'istruzione parentale.

A segnalarlo è l'osservatorio dell'associazione LAIF, L'Associazione Istruzione Famigliare, con alcuni dati. Secondo LAIF, infatti, nel 2021 meno della metà degli esami di idoneità sostenuti hanno tenuto in considerazione il progetto didattico ed educativo degli studenti. Un problema che già è stato riscontrato in molti casi anche alla fine del presente anno scolastico. In sostanza, il colloquio multidisciplinare viene spesso sostituito da vere e proprie interrogazioni dei ragazzi che arrivano a durare anche oltre tre ore.

Fra colloquio multidisciplinare e interrogazione c'è però una differenza che non è soltanto terminologica, ma riguarda anche l'approccio al confronto con lo studente.

Esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva: i riferimenti normativi

Il primo riferimento normativo per capire come dovrebbe essere condotto il colloquio multidisciplinare degli esami di idoneità è il D.Lgs. n. 62/2017 che, all'articolo 23, stabilisce:
"In caso di istruzione parentale, i genitori [...] tenuti a presentare annualmente la comunicazione preventiva al dirigente scolastico del territorio di residenza. Tali alunni sostengono annualmente l'esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva in qualità di candidati esterni presso una scuola statale o paritaria, fino all'assolvimento dell'obbligo di istruzione."Ma allo stesso tempo, l'inizio stesso del decreto legislativo richiama le indicazioni secondo cui la valutazione deve assumere una funzione formativa e di accompagnamento dei processi di apprendimento, nonché stimolo di miglioramento continuo. Se quindi il colloquio assume le forme di un esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva, le istituzioni scolastiche non devono dimenticare le sue finalità nella crescita degli studenti.

Homeschooling e Progetto Didattico-Educativo: rapporti con l'esame di idoneità

A tale proposito, il DM n. 5/2021 introduce uno strumento che, in teoria, dovrebbe permettere alle scuole e ai genitori di fornire un'istruzione adeguata, il Progetto Didattico-Educativo. Il comma 10 dell'articolo 3 stabilisce infatti:
"Le prove d'esame sono predisposte dalla commissione tenendo a riferimento il progetto didattico-educativo di cui al comma 1 nonché, nel caso di alunni con disabilità o disturbi specifici di apprendimento, il piano educativo individualizzato o il piano didattico personalizzato, laddove presente."Insomma, il Progetto Didattico-Educativo costituisce il riferimento dell'esame di idoneità e della fase di accertamento del percorso educativo svolto dallo studente. Tuttavia, sia i genitori sia le istituzioni scolastiche riconducono il progetto alla mera programmazione, e spesso questa è basata su quella delle classi scolastiche.

Educazione degli studenti in homeschooling: differenze con l'istruzione pubblica

Risulta però importante capire che istruzione parentale e istruzione scolastica presentano differenze sostanziali, già a partire dall'approccio allo scopo educativo. L'homeschooling non rappresenta una mera trasposizione delle dinamiche scolastiche all'interno del contesto domestico, ma segue un percorso diverso.

Gli studenti in istruzione parentale apprendono e si educano in modo differente rispetto alla metodologia scolastica e, da un certo punto di vista, non rispettano la suddivisione in classi dell'istruzione pubblica.

Risulta utile per comprendere questo punto quanto stabilito dal DM n. 254/2012, secondo cui:
"La scuola non ha più il monopolio delle informazioni e dei modi di apprendere. Le discipline e le vaste aree di cerniera tra le discipline sono tutte accessibili ed esplorate in mille forme attraverso risorse in continua evoluzione."E continua:
"La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione."
Il riferimento, benché indiretto, è anche all'istruzione parentale e all'homeschooling degli studenti, nonché alla fase di accertamento del percorso educativo svolto.

Istruzione parentale ed esami di idoneità: cosa va cambiato

Ora, il punto dei riferimenti normativi riguardanti l'istruzione parentale e la formazione degli studenti è che l'accertamento del percorso educativo non significa la sua coincidenza con il percorso svolto dagli studenti in classe. La giustapposizione non è totale né automatica.

Da questo punto di vista, nel corso del colloquio multidisciplinare le istituzioni scolastiche devono verificare in modo coerente, professionale e con la giusta sensibilità il percorso degli studenti in homeschooling, basandosi sul Progetto Didattico-Educativo.

Si tratta di una questione che merita un approfondimento e, in un certo senso, anche un ripensamento delle dinamiche scolastiche e non. D'altronde, si tratta di un'apertura che già il Decreto Ministeriale del 2012 cercava di fare, ben 11 anni fa.

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