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Si sono mobilitati nelle principali città italiane gli studenti, per protestare contro la morte di Lorenzo Parelli e l'alternanza scuola-lavoro. Con gli studenti, anche alcuni sindacati. it-IT Editoriale 2022-01-28T16:39:18+01:00
Famiglie e Studenti

Sciopero contro l'alternanza scuola-lavoro e la morte di Lorenzo: con gli studenti anche i sindacati

Si sono mobilitati nelle principali città italiane gli studenti, per protestare contro la morte di Lorenzo Parelli e l'alternanza scuola-lavoro. Con gli studenti, anche alcuni sindacati.

Redazione Universo Scuola
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Sono scesi in piazza nelle principali città italiane gli studenti, con una mobilitazione contro l'alternanza scuola-lavoro e in ricordo della morte di Lorenzo Parelli, studente di 18 anni.

L'evento, organizzato dai rappresentanti degli studenti in tutta Italia e da molti collettivi studenteschi, si è svolto con cortei o sit-in a seconda anche del colore delle regioni e alle restrizioni anti Covid.

Insieme agli studenti, hanno appoggiato la manifestazione e supportato lo sciopero anche diverse sigle sindacali. Vediamo cosa è successo.

Di scuola-lavoro non si può morire: lo slogan della mobilitazione studentesca

"Di scuola-lavoro non si può morire": questo lo slogan scelto per le diverse manifestazioni studentesche che si sono tenute questa mattina, con qualcuna prevista anche per il pomeriggio. Al netto di alcuni problemi con le forze dell'ordine a Torino, dove per la zona arancione non si possono effettuare cortei, la mobilitazione si è svolta tranquillamente anche nelle altre città.

A proposito delle ragioni della protesta, scrive il Collettivo politico Manzoni di Milano:
"La morte di Lorenzo non è stata un incidente, ma la diretta conseguenza di un sistema scolastico che sta diventando sempre più azienda, dove subiamo la stessa mancanza di diritti che vivono i nostri genitori sul lavoro, e che riesce a mettere il guadagno di fronte alle vite di chiunque, persino di un diciottenne."I cortei, dove possibili, e i sit-in hanno visto non soltanto l'intervento degli studenti, ma anche di docenti e assistenti tecnici, come accaduto a Terni. Dappertutto, la mobilitazione vuole sensibilizzare sulla questione dell'alternanza scuola-lavoro che diventa manovalanza a basso costo per le aziende. Un guadagno per queste ultime ma nessuna tutela per gli studenti, denunciano gli organizzatori.

Non solo studenti, ma anche COBAS e FLC CGIL a supportare lo sciopero

Oltre alle associazioni e ai collettivi studenteschi, hanno partecipato alla mobilitazione anche diversi sindacati, in varie forme.

I COBAS hanno proclamato un vero e proprio sciopero di docenti e personale ATA delle superiori, legando le tematiche dell'alternanza scuola-lavoro alla perdita di valore del lavoro:
"La funzione valoriale dell'ASL e degli stages è qui evidente: formare i giovani all'idea di un lavoro senza diritti. E che la scuola pubblica, ma anche la formazione professionale regionale, svolgano una funzione del genere è scandaloso."Un approccio simile ha adottato la FLC CGIL, che non ha proclamato scioperi ma ha partecipato alla mobilitazione studentesca. Secondo la Federazione dei Lavoratori della Conoscenza, la scuola è un luogo di crescita e relazione. Di certo, non può diventare "palestra di sfruttamento, precarietà e morte".

Necessaria un'azione comune, mobilitazione giusta: il comunicato stampa del PCI

Il responsabile nazionale scuola del PCI Luca Cangemi, ormai da tempo impegnato contro l'alternanza scuola-lavoro e i Licei TED, ha rincarato le critiche verso il Governo e le sue politiche.

Non solo il PCI ha sostenuto e supportato le tante manifestazioni degli studenti, ma riconosce come sia necessaria un'azione comune.

Come si legge nel comunicato stampa:
"Le manifestazioni che oggi hanno attraversato tante città italiane, nel nome di Lorenzo e contro l'alternanza scuola-lavoro sono un grande segnale di lotta, impegno e speranza che viene dalle giovani generazioni. Gli studenti respingono la scuola che governo e padronato stanno disegnando, respingono la scuola asservita agli interessi delle imprese"Da più parti, si chiede al Governo e al Ministero di non mostrarsi soltanto contriti ma - al contrario - di rimuovere un modello che sminuisce la funzione educativa della scuola.

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