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L'assistenza agli studenti ucraini arrivati in Italia e la fine dei contratti Covid stanno mettendo in mostra le carenze di personale scolastico. it-IT Editoriale 2022-04-21T16:47:59+02:00
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La scuola italiana ha bisogno di risorse: Bianchi su assistenza a studenti ucraini e personale covid

L'assistenza agli studenti ucraini arrivati in Italia e la fine dei contratti Covid stanno mettendo in mostra le carenze di personale scolastico.

Redazione Universo Scuola
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Secondo l'ultima rilevazione, sono poco più di 16.000 gli studenti ucraini accolti dall'Italia. Un numero destinato ad aumentare e che, come facilmente prevedibile, sta mettendo alla prova il sistema scolastico italiano. Oltre ad un problema puramente numerico, i docenti si stanno confrontando con difficoltà di tipo psicologico e linguistico, queste ultime accentuate anche dal diverso alfabeto di riferimento. Una sfida per la scuola italiana, sulla quale si è espresso il ministro Bianchi.

Nuove risorse a settembre per la scuola italiana

Bianchi è stato ascoltato in Commissione parlamentare per l'infanzia riguardo l'emergenza migratoria dei profughi ucraini in età scolare. Impossibile prevedere la durata della loro permanenza, ma verosimilmente con l'inizio del nuovo anno scolastico, gli istituti dovranno farsi trovare pronti a gestire la loro presenza in classe.

Una situazione complessa che richiede sforzi maggiori e un incremento delle risorse, che Bianchi proporrà nella prossima legge di bilancio. Da settembre mancherà inoltre il personale Covid, che finora è stata una risorsa preziosissima nell'affrontare il grande afflusso di studenti dall'Ucraina. C'è tempo per non farsi trovare impreparati, ma servono interventi mirati.

Non basta l'entusiasmo per aiutare gli studenti ucraini in Italia: servono competenze

Il ministro Bianchi ha inoltre lodato il lavoro svolto dai docenti italiani, alla prese con una situazione totalmente inimmaginabile fino a solo due mesi fa. Oltre a dover aiutare dei ragazzi in condizioni psicologiche difficili, traumatizzati dalla guerra e dal dover abbandonare le loro case, gli insegnanti hanno inoltre dovuto reinventare la didattica scontrandosi anche con una difficoltà linguistica importante.

L'utilizzo dell'alfabeto cirillico (nella sua variante ucraina) rappresenta infatti un grande scoglio, che richiede una competenza specifica che non può essere compensata dalla semplice voglia di fare. Serve dunque che da settembre entrino in aula docenti con abilità specifiche, per garantire ai profughi la migliore didattica possibile.

Chiaramente, il fatto che nonostante questa difficoltà le scuole italiane stiano svolgendo un ottimo lavoro, rappresenta un motivo di grande soddisfazione per il ministero, come Bianchi stesso ha puntualizzato.

Formazione e assistenza linguistica: le risorse stanziate

Nell'ambito dell'assistenza linguistica il ministero ha già predisposto un investimento da un milione di euro. Un'iniziativa perfettamente in linea con la direzione intrapresa dall'Unione Europea, che con il progetto "I Care" - al netto di alcuni problemi già segnalati nell'allocazione delle risorse - aiuta profughi e rifugiati sul territorio comunitario.

Bianchi conta inoltre di destinare parte delle risorse del "Piano Estate" alla formazione del personale che dovrà affrontare questa delicata situazione. Un'iniziativa che ripercorre il successo del piano dello scorso anno, che ha garantito l'apertura delle scuole al 21 settembre grazie con i progetti intrapresi e conclusi nel periodo estivo.

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