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Si torna a parlare della specializzazione sul sostegno conseguita in Romania: il Consiglio di Stato stabilisce la compatibilità dei titoli, ma il Ministero potrà verificare i requisiti dei docenti. it-IT Editoriale 2023-06-30T12:23:57+02:00
Docenti di sostegno

TFA sostegno in Romania: dopo la sentenza del Consiglio di Stato, arriva anche un servizio di Striscia la Notizia

Si torna a parlare della specializzazione sul sostegno conseguita in Romania: il Consiglio di Stato stabilisce la compatibilità dei titoli, ma il Ministero potrà verificare i requisiti dei docenti.

Redazione Universo Scuola
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Bandiera romaniaPer diventare insegnanti di sostegno, è necessario conseguire la specifica abilitazione in seguito al TFA o Tirocinio Formativo Attivo. Organizzato annualmente dalle università, quest'anno sarà avviato il TFA VIII ciclo. Tuttavia, si può ottenere la specializzazione sul sostegno anche praticando una via alternativa, ossia svolgendo il TFA in un paese estero come la Romania. Se ne è parlato recentemente per via di una sentenza del Consiglio di Stato e di un servizio di Striscia la Notizia.

Vediamo cosa è successo.

TFA all'estero valido, ma il Ministero può chiedere integrazioni: la sentenza del Consiglio di Stato

La situazione sulla quale il Consiglio di Stato ha dovuto esprimersi potrebbe sembrare di secondaria importanza solo in apparenza. Come infatti abbiamo spesso evidenziato, il ricorso alle supplenze è particolarmente esteso per quanto riguarda le cattedre di sostegno.

La sentenza n. 22/2022 del Consiglio di Stato interviene su questo punto e interessa quindi diverse migliaia di docenti che si sono abilitati soprattutto in Bulgaria e Romania.
Nel testo della pronuncia si stabilisce che:
"spetta al Ministero competente verificare se, e in quale misura, si debba ritenere che le conoscenze attestate dal diploma rilasciato da altro Stato o la qualifica attestata da questo, nonché l'esperienza ottenuta nello Stato membro in cui il candidato chiede di essere iscritto, soddisfino, anche parzialmente, le condizioni per accedere all'insegnamento in Italia, salva l'adozione di opportune e proporzionate misure compensative ai sensi dell'art. 14 della Direttiva 2005/36/CE"In buona sostanza, per il Consiglio di Stato il Ministero non può rifiutare a priori di riconoscere l'abilitazione conseguita in uno Stato UE. Al contrario, però, può disporre un processo di verifica nel caso ritenga che il percorso non sia conforme ai requisiti richiesti in Italia. Inoltre, può anche chiedere agli interessati un'integrazione ai fini della validità del titolo conseguito.

Soddisfazione da parte dei sindacati, ma per UIL Scuola bisogna puntare sugli atenei italiani

In seguito alla sentenza del Consiglio di Stato, sulla questione si sono espressi anche i sindacati del comparto istruzione e ricerca, che in molti casi seguivano da anni la vicenda. Per la segretaria nazionale CISL Scuola Ivana Barbacci, infatti, la pronuncia:
"mette ordine rispetto ad una sorta di confusione e ambiguità che fino ad oggi il ministero ha alimentato. Il provvedimento del Consiglio di Stato per noi si poggia su una base dal punto di vista giuridico che è quella della procedura di comparazione"Sulla stessa linea anche Marcello Pacifico, presidente ANIEF, secondo cui il Consiglio di Stato ha finalmente riconosciuto la compatibilità dei titoli conseguiti negli Stati UE e impone al Ministero eventuali verifiche.

Più critico invece UIL Scuola, che sulla questione addita il cosiddetto "elefante nella stanza". Secondo il segretario Giuseppe D'Aprile, infatti, è necessario abolire il numero chiuso dei percorsi universitari abilitanti e dei percorsi universitari che permettono di conseguire la specializzazione sul sostegno. Solo così è possibile:
"interrompere la via crucis all'estero finalizzata alla "compravendita" di titoli accademici che, poi puntualmente, vengono riconosciuti equipollenti in Italia"La rivendicazione UIL Scuola vuole tutelare tanto i docenti che si abilitano in Italia quanto gli atenei italiani che organizzano i corsi di specializzazione.

Abilitazione in Romania, facile col traduttore e pagando: il servizio di Striscia la Notizia

Quest'ultimo punto è stato affrontato anche da un recente servizio del programma satirico Striscia la Notizia, la cui importanza è maggiore proprio perché arriva in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato. La dinamica è ormai quella a cui il programma di Mediaset ci ha abituati. L'inviato Luca Abete, a seguito di segnalazioni, invia un complice con telecamera nascosta presso uno dei centri che "facilitano" il conseguimento dell'abilitazione al sostegno in Romania. E, benché attese, le rivelazioni colpiscono al cuore della questione:

  • per ottenere la specializzazione in Romania è necessario possedere il B2 in rumeno, ma è possibile eseguire i test in diverse ore e utilizzare un traduttore;
  • gli esami sono soltanto scritti e non è necessario recarsi in Romania per sostenerli;
  • nel caso di esami particolarmente complessi, il centro interviene dando una mano ai candidati docenti.

Si tratta di rivelazioni che confermano i timori di UIL Scuola, sebbene siano negate quando l'inviato si mostra con le telecamere di Striscia, e che impongono al Ministero di effettuare i controlli dovuti. Da una parte, infatti, la sentenza del Consiglio di Stato stabilisce un principio fondamentale riguardante la libera circolazione delle persone e delle competenze nell'Unione Europea. Dall'altra, è compito del Ministero dell'Istruzione verificare anche il Merito.

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