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Il Ministero ha reso noti i dati sulle immissioni in ruolo e sulle supplenze dell'anno scolastico in corso, in un quadro che vede aumentare il numero dei precari su tutti i gradi scolastici. it-IT Editoriale 2022-12-15T16:42:09+01:00
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Pubblicati i dati su immissioni in ruolo e supplenze 2022/2023: 50 mila cattedre non assegnate e 200 mila precari

Il Ministero ha reso noti i dati sulle immissioni in ruolo e sulle supplenze dell'anno scolastico in corso, in un quadro che vede aumentare il numero dei precari su tutti i gradi scolastici.

Redazione Universo Scuola
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Aspirante docente arrabbiata che morde una matita
Su richiesta della FLC CGIL, il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha reso noti i dati relativi alle immissioni in ruolo e alle supplenze per l'anno scolastico 2022/2023. I numeri forniti dal MIM riguardano quindi le assunzioni a tempo indeterminato, i contratti al 31 agosto e al 30 giugno, i posti per il sostegno.

Facciamo il punto della situazione.

Poche immissioni in ruolo e tantissime supplenze: il quadro delle assunzioni nella scuola

Il primo dato, che come gli altri farà riflettere, è che a fronte di un contingente autorizzato di 94.130 unità sono stati assunti soltanto 42.979 docenti, mediante:

  • assunzioni a tempo indeterminato posto comune;
  • assunzioni a tempo indeterminato sostegno;
  • assunzioni da GPS sostegno a tempo determinato fino al 31 agosto;
  • assunzioni da concorso straordinario a tempo determinato fino al 31 agosto.

Di conseguenza, sono rimasti 51.151 posti non attribuiti ai quali bisogna però togliere quelli accantonati dagli Uffici Scolastici Regionali per i vincitori del concorso straordinario bis.

A fare discutere sono inoltre anche i dati relativi alle supplenze al 31/08 e al 30/06. Se le prime coprono quasi tutti i posti per le immissioni in ruolo non assegnati, il dato delle supplenze fino al termine delle attività didattiche è in netta crescita. Nello specifico si parla di:

  • 27.441 supplenze su posto comune o classe di concorso, più spezzoni orari;
  • 83.306 supplenze su posto di sostegno, più spezzoni orari.

Si tratta di una tendenza che, purtroppo, è in linea con quanto rilevato dalla Fondazione Agnelli per l'anno scolastico 2021/2022.

Sebbene la crescita dei posti al 30 giugno sia legata anche all'aumento dei posti in deroga sul sostegno, non si può negare come sul fronte del reclutamento docenti il Ministero dell'Istruzione e del Merito abbia ancora tantissimo lavoro da fare.

Dati sulle immissioni in ruolo aggiornati al 7 novembre 2022

Di seguito i dati immissioni in ruolo aggiornati al 7 novembre 2022 pubblicati da FLC CGIL:
Dati immissioni in ruolo aggiornati al 7 novembre 2022

Dati sulle supplenze al 31/08 e al 30/06 aggiornati al 5 novembre 2022

Questi, invece, sono i dati relativi ai contratti al 31/8 e 30/6. Con il termine "posti orario" si intendono quelli con orario inferiore alla cattedra intera prevista per quel grado di scuola, quindi 25 all'infanzia, 22 + 2 alla primaria, 18 alla secondaria:
Dati contratti al 31/8 e 30/6

Dati sul sostegno aggiornati al 24 ottobre 2022

I precari al centro del sistema istruzione italiano: l'accusa di FLC CGIL

Molto critica la FLC CGIL sui dati forniti dal Ministero dell'Istruzione e del Merito. Nel suo comunicato, infatti, il sindacato punta il dito contro la continua riduzione della spesa pubblica sull'istruzione:
"Si tratta di un dato estremamente preoccupante, che dimostra come la realtà della scuola sia oggi ingabbiata nei parametri di contenimento della spesa pubblica, tutti tesi a ridurre i costi dell'istruzione, invece che a inquadrarla come diritto costituzionale che lo Stato ha il compito di tutelare."Anche il numero crescente dei precari è oggetto di polemiche, perché il sistema italiano dell'istruzione ha reso l'abuso dei contratti a termine un elemento costitutivo e distintivo. A un quadro già così sconfortante per i supplenti, si aggiungono anche i tantissimi errori dell'algoritmo di attribuzione delle supplenze, confermati anche a fronte dei documenti forniti dal MIM.

Inoltre, in alcune regioni sono già terminati i posti e si procede quindi alle nomine da MAD con i primi interpelli.

Come si può vedere, le immissioni in ruolo costituiscono soltanto una minima parte di un totale al quale i precari contribuiscono per la maggior parte. D'altronde, pare che il merito sia un concetto valido soltanto per proclami elettorali e beghe politiche.

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