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Incrementi salariali irrisori: polemiche e tante richieste avanzate dai sindacati al ministro Bianchi. it-IT Editoriale 2022-02-02T14:50:36+01:00
Docenti

Un incremento stipendiale irrisorio: la polemica di Gilda insegnanti e le richieste avanzate a Bianchi

Incrementi salariali irrisori: polemiche e tante richieste avanzate dai sindacati al ministro Bianchi.

Redazione Universo Scuola
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Si è tenuto nella giornata di ieri l'incontro tra il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e il coordinatore nazionale della Fgu-Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, sull'Atto di indirizzo del nuovo contratto del pubblico impiego presentato ai sindacati. Diverse sono state le osservazioni e le richieste avanzate dagli stessi al Ministero: vediamole nel dettaglio punto per punto.

Nessun riconoscimento per la mole di lavoro

Dure sono state le parole riportate dal leader dei sindacati, altrettanto le osservazioni, a partire dall'incipit con il quale ha esordito nel suo intervento, con cui ha definito quello apportato dal Ministero
"un incremento stipendiale irrisorio che si esaurirà molto presto e che non rende affatto merito alla mole di lavoro che grava sulle spalle dei docenti".Il punto critico dell'osservazione che ha fatto seguire il numero uno della Gilda Insegnanti è volutamente ricaduto in primis sul monte orario lavorativo del docente e sulla relativa mole di faccende che andrebbe ad espletare e che non si esaurirebbero a chiusura delle porte scolastiche.

Il nodo di partenza dell'argomentazione risiede in una recente indagine condotta dall'Osservatorio sui conti pubblici: lo studio evidenzia come gli insegnanti lavorino non meno di 36 ore settimanali, stando a quanto sopra complessivamente osservato. Molte di queste ore non vengono retribuite dal momento che "i pagamenti ricevuti dagli insegnanti attingendo al modestissimo fondo delle scuole sono spesso forfettari".

Ciò significa che molti di questi espletano tali compiti per una paga corrispondente a circa 3-4 euro l'ora.

Alla già precaria condizione si aggiunge pure - fa notare Di Meglio - "l'enorme disagio" di un orario di lavoro spesso sottoposto a frazionamenti.

Formazione e aggiornamento

Anche su queste questioni il sindacato Fgu-Gilda, nella persona di Di Meglio, non è per nulla concorde. Posto infatti che nel contratto viene stabilito l'inserimento di 25 ore di aggiornamento per il personale docente, le stesse devono trovare riconoscimento sul piano remunerativo. Il particolare il leader fa notare come "un'ora costa 17 euro più il 24% lordo stato"; dunque in sostanza "ogni dipendente scolastico dovrebbe percepire non meno di 400 euro per formarsi".

Da ciò si deduce che, moltiplicando il costo lordo di un'ora per il monte orario complessivo richiesto per la formazione e per gli 800mila insegnanti in servizio, complessivamente lo Stato dovrebbe stanziare "mezzo miliardo di euro l'anno in più".

Lo stipendio base

Ma se non vi sono fondi sufficienti per coprire le ore di surplus, come quelle dedicate alla formazione, figurarsi - a detta di Di Meglio - se ve ne sono da prevedersi per un incremento degli stipendi. Aumento salariale necessario - dice - altrimenti "se diamo 1.300 euro al mese a un insegnante, poi non ci domandiamo perché non si sposti da Caltanissetta per andare in nord Italia".

Sanzioni disciplinari

Altro punto smosso dal sindacato riguarda l'intaccamento della libertà di insegnamento inevitabilmente collegata ad alcune sanzioni disciplinari. La libertà di insegnamento sta alla base, secondo Rino Di Meglio, dei diritti da garantire al docente: per tale motivo è necessario ben distinguere i ruoli tra inquisitore e giudice, introducendo organismi di conciliazione atti a ridimensionare i conflitti sorti a seguito di interpretazioni di norme sempre più astruse.

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