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Neurodiversità e scuola: come approcciarsi ai bambini con ADHD it-IT Editoriale 2022-01-14T16:47:11+01:00
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ADHD e scuola: come intervenire

Neurodiversità e scuola: come approcciarsi ai bambini con ADHD

Redazione Universo Scuola
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Nell'ambito delle neurodiversità a scuola, gli insegnanti possono trovarsi di fronte a studenti con ADHD, un disturbo che comporta una serie di atteggiamenti e comportamenti di difficile comprensione che richiedono una conoscenza approfondita in materia per poter essere gestiti e trattati adeguatamente.

Prima di iniziare a entrare nello specifico dell'ADHD, è importante sottolineare che i bambini affetti non sono disattenti o distratti per loro volontà ma, semplicemente, non hanno la capacità di autoregolarsi e, di conseguenza, di gestire emozioni e comportamenti. Questa premessa può aiutare gli insegnanti a capire che colpevolizzarli o rimproverarli sono due metodi di approccio assolutamente errati e che bisogna trovare delle altre vie per entrare in sintonia.

Cos'è l'ADHD

Acronimo di Attention Deficit Hyperactivity Disorder, cioèDeficit dell'Attenzione e/o iperattività, l'ADHD rientra tra i disturbi più diffusi al momento. Il quadro patologico è difficile da identificare, dato che presenta sintomi eterogenei di disattenzione e iperattività, oppure un mix dei due. Individuarlo è molto importante, dato che permane anche in età adulta compromettendo aspetti fondamentali della vita sociale e lavorativa. Non a caso, l'ADHD rientra tra le principali cause di abbandono scolastico, proprio perché diventa invalidante nello studio e nella possibilità di creare rapporti interpersonali.

Quando è il deficit attentivo a prevalere nel bambino si parla di ADHD con disattenzione predominante: in questi casi, l'attenzione sostenuta e l'attenzione selettiva sono le più commesse, così come la memoria e la capacità di pianificazione. Tutto questo comporta difficoltà nell'apprendimento e l'incapacità di sviluppare abilità cognitive e strategie comportamentali adeguate ai vari contesti di riferimento.
Quando, invece, la funzionalità attentiva è lievemente compromessa e il centro del problema risiede nel comportamento ipercinetico e nella mancanza di autoregolazione e si parla di ADHD con impulsività e iperattività predominanti. Questo si esprime attraverso movimenti inappropriati e spropositati, difficoltà nel rispettare turni e regole, eloquio eccessivo e e incapacità di inibizione delle risposte.

Infine, esiste anche l'ADHD combinato che comprende entrambe le classi di sintomi.

Alunno con ADHD a scuola: comportamenti e atteggiamenti

In base al suo quadri diagnostico,un bambino con ADHD potrebbe mettere in atto, in classe, determinati comportamenti. Potrebbero prevalere, ad esempio, la lentezza o, al contrario, l'impulsività nell'iniziare una nuova attività ed è bene tenersi pronti in entrambi i casi.

Ecco alcuni esempi di situazioni che potrebbero nascere in classe con un bambino affetto da ADHD:

  • Dimenticare a casa il materiale didattico;
  • Comportarsi da "buffone";
  • Farsi richiamare continuamente per svolgere i compiti assegnati;
  • Dare risposte a casaccio;
  • Infrangere le regole;
  • Avere difficoltà nello spiegare come ha svolto una determinata attività;
  • Essere disordinato;
  • Incapacità di trovare soluzioni alternative nella risoluzione dei problemi di matematica;
  • Consegnare i compiti senza averli revisionati e, quindi, pieni di errori di distrazione;
  • Difficoltà nel ricordare i nessi causa-effetto nelle narrazioni;
  • Rispondere prima del completamento della domanda;
  • Scarsa proprietà lessicale;
  • Procedere per prove ed errori.

Ovviamente questi sono solo alcune delle situazioni che potrebbero presentarsi in classe e che un insegnante potrebbe dover fronteggiare. Considerato quanto detto all'inizio, cioè che i rimproveri non portano a nulla e che i bambini non sono volontariamente distratti, bisogna mettere in atto strategie alternative e differenti.

Insegnanti e bambini con ADHD: consigli e strategie di intervento

Secondo la normativa scolastica italiana i casi di ADHD rientrano nei BES (Bisogni Educativi Speciali); di conseguenza, in presenza di una diagnosi certificata, è possibile realizzare un PDP (Piano Didattico Personalizzato) dietro approvazione del consiglio di classe e usufruire di ausili e supporti specifici.

Detto questo, gli insegnanti possono valutare alcune tecniche per entrare in sintonia con i bambini e coinvolgerli nelle attività didattiche. Prima di iniziare è opportuno:

  • Valutare l'attenzione dei bambini nel momento in cui si spiegano le lezioni o si assegnano i compiti, dato che potrebbero essere occupati sia mentalmente, che fisicamente in altro;
  • Fornire istruzioni semplici e brevi;
  • Una volta consegnato un problema di matematica o un testo ricco di informazioni, aiutare i bambini a evidenziare le parti più importanti.

Successivamente, è utile organizzare la classe in modo da agevolare l'attenzione e l'apprendimento dei bambini con DHD:

  • Controllare che non ci siano fonti di distrazione, come oggetti che potrebbero rivelarsi interessanti e/o stimolanti;
  • Disporre i banchi in modo che l'insegnante possa passarvi in mezzo, così da controllare che i bambini svolgano i compiti e seguano la lezione.

Anche lo svolgimento delle lezioni, poi, può essere ottimizzato:

  • Accorciare i tempi di lavoro e inserire pause brevi e frequenti;
  • Rendere le lezioni stimolanti e utilizzare un tono di voce coinvolgente;
  • Interagire frequentemente con i bambini;
  • Coinvolgere gli studenti (tutti) durante la lezione;
  • Organizzare giochi per semplificare la lezione;
  • Spingere i ragazzi con ADHD a ricontrollare il lavoro svolto.

Dato che i bambini con ADHD tendono a distrarsi facilmente, fare ordine generale è sicuramente efficace:

  • Stabilire attività programmate;
  • Definire chiaramente i tempi necessari per lo svolgimento delle attività quotidiane;
  • Aiutare i bambini a gestire e curare al meglio il proprio materiale didattico;
  • Stimolare i bambini a inventare e applicare strategie di ordine;
  • Premiare il banco più ordinato del giorno;
  • Utilizzare un diario per scambiare informazioni con la famiglia.

Si arriva, così, al momento cruciale: come gestire comportamenti e atteggiamenti "particolari"? Ecco qualche dritta:

  • Definire regole chiare e semplici per tutta la classe;
  • Spiegare agli alunni iperattivi quali siano i comportamenti adeguati e quali, invece, si rivelano inappropriati;
  • Far capire ai bambini le conseguenze dei loro comportamenti, sia positivi che negativi;
  • Premiare i comportamenti positivi piuttosto che rimproverare quelli negativi;
  • Compiere esercizi di perdono;
  • Evitare di dare punizioni che privino dell'intervallo, utile per scaricare la tensione e socializzare con i compagni;
  • Stabilire obiettivi settimanali semplici da raggiungere;
  • Tenere aggiornati i bambini sui loro progressi.

Queste semplici indicazioni orientative dimostrano che utilizzare i punti forti dei ragazzi con ADHD, valorizzandoli e accrescendo l'autostima, aiuta non solo gli insegnanti a tenere sotto controllo la situazione, ma anche gli stessi alunni, che si sentiranno coinvolti e motivati.

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