È da poco trascorsa la Giornata Mondiale della Salute Mentale e per fortuna sembra che ci sia sempre più consapevolezza riguardo l'importanza del benessere psicologico. Sempre più giovani e studenti infatti fanno richiesta del bonus psicologo, per ottenere un sostegno psicologico.
Anche l'uscente ministro Bianchi si è soffermato sul disagio giovanile post pandemico, sottolineando come gli insegnanti debbano costituire sempre di più un punto di riferimento per una generazione priva di certezze.
Boom di richieste per il bonus psicologo: più della metà per gli under 35
I dati lo confermano: a richiedere il bonus psicologo sono stati soprattutto gli under 35. Su 300.000 richieste totali pervenute in tutta Italia, sono infatti addirittura 180.000 quelle prodotte dai giovani sotto i 35 anni.
Il supporto psicologico di specialisti privati regolarmente iscritti all'albo degli psicologi è stato richiesto al 16,62% da ragazzi e ragazze fino ai 18 anni di età, mentre il restante 43,55% da giovani dai 18 ai 35 anni.
Il successo dell'iniziativa mette in luce come ci sia sempre una maggiore attenzione ai temi legati al benessere psicologico, ma al contempo evidenzia la portata di una crisi generazionale sempre più avvertita, specialmente dopo le difficoltà del periodo pandemico.
Sofferenza psichica in crescita: i dati di un disagio generazionale
Secondo David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi, i giovani infatti fanno fatica a trovare punti di riferimento rispetto alle generazioni precedenti e la scuola da sola non sempre riesce a colmare questo vuoto.
Non si può infatti parlare di casi isolati, né ignorare il fatto che secondo alcune indagini, addirittura un giovane su due dichiara di avvertire una forma di malessere psicologico. Serve dunque che all'interno degli ambienti educativi siano previsti servizi sanitari adeguati che intercettino il disagio e offrano sostegno nella maniera più pronta possibile.
La situazione non migliora nel resto del mondo: secondo uno studio a cura di 50 esperti, pubblicato sulle pagine di The Lancet, sono 1 miliardo le persone, ovvero 1 su 8, che convivono con una forma di sofferenza psichica. Nella fascia di età compresa tra i 10 e 19 anni la quota è addirittura di 1 su 7.
Il Covid ci ha messo il suo: durante la pandemia infatti si è registrato un aumento del 25% di disturbi ansiosi e depressivi. Ma c'è di più: secondo lo studio, la minaccia è doppia, in quanto oltre al disagio psicologico, c'è il rischio di soffrire per lo stigma sociale. Per molte persone che dichiarano di soffrire di un qualche disturbo psicologico infatti, lo stigma sociale viene percepito come anche peggiore della stessa condizione di cui soffrono.
In base a queste dichiarazioni bisogna dunque che oltre a misure di sostegno, si pensi anche a investire su una maggiore educazione al benessere psicologico, con iniziative quali possono essere corsi di formazione sulle malattie mentali, sull'approccio a persone con sofferenza mentale e sui loro diritti, oltre a interventi di sensibilizzazione nelle scuole.
La critica di Mario Rusconi: "Bonus psicologo provvedimento emergenziale. Serve soluzione più strutturata"
Mario Rusconi, presidente di Anp Roma non risparmia critiche al bonus psicologo, definito un provvedimento emergenziale preso senza una capacità organizzativa in grado di guardare al futuro.
Secondo Rusconi i vari governi hanno depotenziato l'aspetto sanitario della scuola, tagliando il medico scolastico e l'equipe psicopedagogica, cercando di compensare con una misura una tantum come il bonus psicologo, che prova a mettere una toppa sul disagio post pandemico avvertito dai giovani.
L'idea di Rusconi è quindi quella di una strutturazione più lungimirante e sistematica degli ambiti relativi al benessere psicologico dei giovani nelle scuole. Un monito per il futuro che nulla toglie però all'importanza di un'iniziativa come quella del bonus psicologo.
Bianchi sul ruolo degli insegnanti: "Siano adulti di riferimento di una generazione senza certezze"
Gli insegnanti sono figure fondamentali per dare certezze ad una generazione che ne è priva. Questo in sintesi il pensiero di Patrizio Bianchi, intervenuto l'11 ottobre al convegno organizzato dalla Fondazione Golinelli "La scuola, quale futuro dopo la pandemia".
Bianchi ha dunque messo in luce un altro lato della questione, ovvero che indipendentemente dal supporto psicologico professionale, anche la figura dell'insegnante deve aggiornarsi in base alle mutate esigenze della contemporaneità.
Di fronte alle trasformazioni di una società con sempre meno riferimenti, iper-digitale e dai ritmi sempre più frenetici, l'insegnante deve dunque essere capace di fornire ai giovani strumenti e approcci che possano aiutarli a trovare il loro posto del mondo.
Una scuola più sperimentale e attenta, che non perda il contatto con la realtà, aperta, inclusiva e gratuità e che giochi un ruolo fondamentale insieme alle esperienze di vita che i giovani devono riconquistare dopo un periodo così difficile.