Universoscuola
Il counseling scolastico è molto importante per la gestione delle relazioni e delle difficoltà all’interno dell’ambito scolastico. In cosa consiste e come diventare counselor. it-IT Editoriale 2022-09-29T15:46:09+02:00
Normative

Counseling scolastico: in cosa consiste, chi può farlo, perché è utile

Il counseling scolastico è molto importante per la gestione delle relazioni e delle difficoltà all’interno dell’ambito scolastico. In cosa consiste e come diventare counselor.

Redazione Universo Scuola
  • Share
  • Facebook
  • Whatsapp
  • Twitter
  • Telegram
  • Linkedin

Mai come oggi gli insegnanti si trovano a dover affrontare problemi e necessità, manifestati dagli studenti, che vanno ben oltre l'ambito scolastico; i problemi relazionali sono diventati più frequenti, spesso i ragazzi dimostrano vere e proprie difficoltà ad ambientarsi e a prendere confidenza sia con l'ambiente, sia con i compagni e non è raro dover gestire situazioni di emergenza (risse, atti di bullismo, abbandono scolastico).

Ma non solo: a volte le interferenze possono crearsi anche con famiglie, colleghi, personale ATA, educatori e dirigenza scolastica, probabilmente a causa di una società che sta cambiando molto velocemente e che porta a dover affrontare sfide e superare ostacoli molto complessi.

Considerando che, una volta iniziato l'anno scolastico, tutto il personale trascorre la maggior parte del proprio tempo all'interno della scuola, è necessario intervenire dal punto di vista non solo didattico, ma anche psicologico, sociale, educativo e formativo. E proprio per questo, il counseling scolastico (finora spesso sottovalutato e quasi mai tenuto in considerazione)inizia a diventare l'unica soluzione possibile.

Cos'è il consueling scolastico?

Il counseling scolastico ha una visione ben precisa: la scuola è un'agenzia educativa che si occupa della crescita in toto dello studente, andando oltre l'istruzione e abbracciando anche la sfera della personalità e del benessere psico-fisico. Per ottenere risultati positivi e duraturi, è fondamentale associare alle attività didattiche una comunicazione efficace per gestire le dinamiche relazionali e formare ogni singolo studente anche dal punto di vista umano.

In poche parole, il counseling scolastico si pone come obiettivo il miglioramento dei rapporti interpersonali tra gli alunni e genitori, compagni e insegnanti basandosi su strategie che puntano all'ascolto, alla comprensione, all'empatia e, soprattutto, all'accettazione dell'altro.

Solo procedendo in questo senso, infatti, è possibile rendere ogni studente protagonista del suo processo formativo, grazie al quale può acquisire una sua autonomia "imparando ad imparare".

Esistono due tipologie di counseling scolastico:

  1. counseling di I livello: mette in pratica i principi del counseling per instaurare un piano comunicativo-relazionale che permetta di gestire al meglio le dinamiche insegnamento/apprendimento, puntando quindi all'acquisizione di competenze e abilità da parte di insegnanti e operatori scolastici;
  2. counseling di II livello: viene attuato da un counselor professionista, che crea uno spazio di ascolto rivolto sia agli alunni, sia al personale scolastico, sia alle famiglie con lo scopo di dare un supporto extra e gestire insieme eventuali difficoltà scolastiche (ed extra scolastiche).

In pratica, il counseling scolastico accoglie tutti coloro che frequentano l'ambiente scolastico permettendo loro di esprimere emozioni, ansie e paure che ostacolo il regolare svolgimento della vita quotidiana. Per superare tutto questo, si attuano diverse tecniche, quali il confronto, l'auto-narrazione e l'ascolto, tutte molto valide per accompagnare mano nella mano docenti, ragazzi e personale scolastico nella gestione delle proprie difficoltà.

Chi è il counselor?

Il counselor è tra le figure professionali emergenti nel mercato del lavoro, soprattutto quello italiano dove, fino a qualche anno fa, era a dir poco sconosciuto. Consiste in un professionista delle relazioni di aiuto, che ha il compito di supportare le persone nella gestione di problemi e crisi temporanee tramite un percorso di autoconsapevolezza; attraverso l'ascolto e il confronto, si cerca di trovare una soluzione adatta per superare gli ostacoli e ritrovare la serenità perduta.

Nello specifico, il counselor non si occupa di problemi di natura psichica (per i quali esistono già lo psicologo, lo psichiatra e lo psicoterapeuta), ma gestisce solo e soltanto difficoltà personali transitorie. Il suo metodo si basa su incontri programmati, durante i quali si dialoga portando a galla il problema e sviluppando una consapevolezza tale da trovare gli strumenti necessari per uscire dalla crisi e ristabilire un equilibrio.

Detta così sembra un'operazione abbastanza semplice, in realtà è un lavoro molto complesso che richiede la compartecipazione di competenze diverse:

  • comunicative e relazionali;
  • attitudine all'ascolto priva di pregiudizi;
  • empatia;
  • spirito di osservazione;
  • conoscenze in ambito psicologico e sociale

Il counselor, inoltre, non è tenuto ad avere una formazione accademica, ma deve aver lavorato diversi anni nel campo delle relazioni di aiuto, in modo da aver accumulato quell'esperienza necessaria ad aiutare chi gli sta di fronte.

Come diventare counselor scolastico?

La figura del counselor è stata riconosciuta in Italia nel 2013, molto in ritardo rispetto, ad esempio, al mondo anglosassone dove opera da molto più tempo. Nonostante sia stata riconosciuta, però, non gode ancora di un regolamento ben preciso, il che significa che non esiste un percorso formativo obbligatorio o un albo al quale iscriversi.

Di conseguenza, chi volesse diventare counserlor non ha una strada ben definita da percorrere, ma può procedere in modo differente, l'importante è che acquisisca competenze specifiche partecipando a corsi privati organizzati da associazioni di settore (ovviamente riconosciuti in Italia).

Un'alternativa sta nel conseguire una laurea triennale e magistrale in psicologia per poi iscriversi a un Mater universitario per specializzarsi nel settore specifico; il titolo di laurea, infatti, oltre a fornire competenze e metodologie adeguate nella gestione di determinate problematiche, permette al professionista di poter esercitare anche in ambito sanitario, eseguire diagnosi e lavorare anche su disturbi di carattere psicologico.

Il counselor, invece, che non consegue alcun tipo di laurea può comunque lavorare nella gestione di relazione di aiuto, ma senza intervenire in campo psicologico e psicoterapeutico; se dovesse trovarsi, quindi, di fronte a un soggetto che manifesta una determinata patologia, è obbligato a indirizzarlo verso una figura professionale specifica (psicologo o psicoterapeuta) che possa aiutarlo in modo mirato ed efficace.

Articoli correlati:

Redazione Universo Scuola

Siamo un gruppo di appassionati ed esperti nel campo dell'istruzione e del copywriting, uniti dalla missione di fornire al personale scolastico informazioni, guide e approfondimenti di alta qualità. Il nostro obiettivo è diventare il punto di riferimento professionale per docenti, personale ATA e dirigenti, aiutandoli a crescere e a eccellere nel loro ruolo.

Condividi l'articolo
  • Share
  • Facebook
  • Whatsapp
  • Twitter
  • Telegram
  • Linkedin

Newsletter

Resta aggiornato

Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere aggiornamenti sulle notizie migliori nella tua email

Formazione e tirocinio

Cosa posso insegnare

Articoli più letti