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Fa discutere la dichiarazione di Giorgia Meloni, riguardo la possibilità di abolire le bocciature nella scuola secondaria. È una proposta realizzabile? it-IT Editoriale 2022-05-06T16:00:40+02:00
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Meloni chiede l'abolizione delle bocciature nella scuola secondaria. Un'idea possibile, ma serve una riforma del sistema

Fa discutere la dichiarazione di Giorgia Meloni, riguardo la possibilità di abolire le bocciature nella scuola secondaria. È una proposta realizzabile?

Redazione Universo Scuola
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Negli scorsi giorni la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ha parlato anche di istruzione, ipotizzando tra le altre cose un'abolizione delle bocciature nella scuola secondaria qualora salisse al governo.

Le dichiarazioni, come facilmente prevedibile, stanno già facendo discutere. L'opinione più diffusa è che lo spunto di Meloni, per essere applicato, necessiti di una riforma strutturale del sistema scolastico.

La proposta di Giorgia Meloni. Stop alle bocciature alla scuola secondaria

Giorgia Meloni sembra avere le idee chiare riguardo i suoi interventi sulla scuola, in caso di vittoria alle prossime elezioni. Nessuna bocciatura alle scuole secondarie, grazie all'introduzione di un sistema a livelli simile a quello del Regno Unito.

Secondo Meloni la scuola secondaria deve adottare un meccanismo che permetta la certificazione precisa dei livelli di conoscenze raggiunte dagli alunni al termine del percorso scolastico.

Una proposta che andrebbe anche, almeno in teoria, a diminuire il divario tra chi può permettersi un'istruzione privata di supporto, con ripetizioni e lezioni pomeridiane, e chi invece si limita alla regolare istruzione pubblica.

Non sarebbe una novità assoluta in quanto un sistema senza bocciature è già in vigore nel Regno Unito e in altri paesi europei e del mondo, ma il cambiamento andrebbe integrato con una serie di altre modifiche che permettano l'adeguata specializzazione degli studenti.

Fabio Rampelli: "Fratelli D'Italia contro il 6 politico"

Sembra però che la posizione di Fratelli D'Italia non sia compatta. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati, appartenente allo stesso partito di Giorgia Meloni, sostiene infatti Fratelli D'Italia non è d'accordo con l'adozione del modello britannico.

Le bocciature, continua Rampelli, avrebbero infatti una funzione utile, formativa per i ragazzi e sanatoria nei confronti del "Sessantottismo educativo".

Rampelli accusa la stampa di aver travisato le parole dell'aspirante Premier, ricordando come proprio Fratelli D'Italia sia stato tra i principali oppositori della Buona Scuola di Matteo Renzi, riforma colpevole di aver avvicinato la scuola italiana a modelli estranei alla tradizione del belpaese.

La reazione alle dichiarazioni di Giorgia Meloni sullo stop alle bocciature. Serve una riforma del sistema

Non è dunque chiaro se le parole di Giorgia Meloni siano state strumentalizzate o male interpretate. Sicuramente la leader di Fratelli D'Italia tornerà sull'argomento, che intanto ha comunque fatto discutere figure appartenenti al mondo della scuola.

Stefano Stefanel, dirigente scolastico del liceo Marinelli di Udine non disdegna la proposta in assoluto, ma la trova difficilmente applicabile nel sistema scolastico attuale. La conseguenza più immediata sarebbe infatti una prosecuzione indiscriminata alle classi successive anche di alunni con gravissime lacune, magari legate anche a situazioni di parziale abbandono scolastico.

Una soluzione secondo Stefanel potrebbe essere l'adozione del Sistema VET (Vocational, Educational & Training), tipico dell'istruzione tecnico-professionale di molti paesi d'Europa.

Questo modello mette al centro del percorso di studi lo studente, che diventa autonomo nella selezione delle materie e degli ambiti da studiare. In questo senso diventerebbe inutile venire bocciati per ripetere anche le materie dove si è competenti.

Secondo Stefanel per procedere su questa strada dovrebbe cadere il valore legale del titolo di studio, in modo da eliminare i diplomifici e dare uniformità anche a diplomi ottenuti con percorsi formativi e risultati didattici differenti.

Gli fa eco Aluisi Tosolini, preside al liceo Bertolucci di Parma che sottolinea come la rigidità classificatoria tipica del sistema scolastico italiano si qualcosa di abbandonato in Europa.

Anche Tosolini concorda però sul fatto che la rimozione della bocciatura deve coincidere con un contestuale restyling della scuola in generale, dando libertà di scelta allo studente e organizzando tempi e spazi della scuola secondo un'ottica differente.

Una rivoluzione che però rischia di incontrare l'opposizione di chi vede nella bocciatura un modo per aumentare il numero contemporaneo degli iscritti e quindi delle classi, con conseguente incremento dei posti di lavoro per i docenti.

Mario Maviglia, provveditore agli studi di Brescia, evidenzia invece un importante aspetto pedagogico della questione. Tutto il sistema di classificazione adottato in Italia, di cui la bocciatura è solo l'esito finale negativo, ha una valenza negativa, che porta lo studente a vivere la preparazione solo come un tramite per superare compiti e interrogazioni.

L'eliminazione della bocciatura dovrebbe dunque andare di pari passo con un ripensamento dell'intero sistema di votazione, con una didattica più attiva e attenta ai bisogni degli studenti, che non trasformi lo studio in una questione di prestazioni.

Ancora più radicale l'ex ispettore scolastico Raffaele Iosa. Bisogna riformare innanzitutto il modo in cui si diventa insegnanti: laurea in scienze della formazione di 5 anni con gli ultimi due collegati alla scuola in cui si sceglie di insegnare, così da evitare che professionisti di altri settori possano ritrovarsi a scuola - seppur in maniera precaria - a fare gli insegnanti di sostegno.

Da riformare anche i percorsi di studio, con 5 anni di primaria e 5 di media, pensate per dare una formazione di primo livello agli studenti che accederebbero poi a una scuola secondaria di 3 anni, più flessibile e laboratoriale, senza bocciature e con una forte indirizzamento al mondo professionale.

Sicuramente più estrema, la proposta di Iosa mette comunque in luce come lo spunto di Giorgia Meloni sia valido ma difficile da applicare in maniera isolata. Al di là della sua valenza pedagogica, il ruolo della bocciatura è infatti integrato all'interno di un sistema con meccanismi ben precisi che devono essere cambiati, qualora lo si voglia, in maniera complessiva.

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