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Il Piano per l’Inclusione è previsto dall’art.8 del DL 66/17 è rivolto esclusivamente ai bisogni degli alunni con L.104. Tutte le informazioni utili. it-IT Editoriale 2023-07-10T11:51:55+02:00
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Piano per l’inclusione. FAQ: cosa è, a cosa serve, cosa cambia rispetto al PAI.

Il Piano per l’Inclusione è previsto dall’art.8 del DL 66/17 è rivolto esclusivamente ai bisogni degli alunni con L.104. Tutte le informazioni utili.

Simone Esposito
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Il Piano per l’inclusione (PI) è uno strumento di progettazione fondamentale per garantire il diritto allo studio degli studenti con disabilità. Attraverso l’applicazione del PI ci si impegna infatti a facilitare l’inclusione scolastica degli alunni con L.104.

PI: che cos’è il Piano per l’Inclusione

Il Piano per l’inclusione è previsto sulla base dell’art.8 del DL 66/17. Questo articolo, successivamente modificato nel 2019, regola praticamente tutti gli aspetti che riguardano il delicato tema dell’inclusione scolastica. A seguito dell’effetto dell’art.2 del DL 66 il PI riguarda, almeno ufficialmente, soltanto gli alunni con L.104.

Di seguito, si riporta il testo del DL 66/17 Art.8:

1. Ciascuna istituzione scolastica, nell’ambito della definizione del Piano triennale dell’offerta formativa, predispone il Piano per l’inclusione che definisce le modalità per l’utilizzo coordinato delle risorse, compresi compreso l’utilizzo complessivo delle misure di sostegno sulla base dei singoli PEI di ogni bambina e bambino, alunna o alunno, studentessa o studente, e, nel rispetto del principio di accomodamento ragionevole, per il superamento delle barriere e l’individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento nonché per progettare e programmare gli interventi di miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica.

2. Il Piano per l’inclusione è attuato nei limiti delle risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili

Cosa cambia tra PI e PAI

Il PI ha ufficialmente sostituto l’ex PAI, il Piano Annuale per l’Inclusione, in seguito al Decreto Legislativo n. 96/2019 denominato “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66”, recante: «Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 015, n. 107». Questo Decreto Legislativo ha:

  • Decretato l’utilizzo dei criteri dell’ICF;
  • Definito le misure di accompagnamento per la formazione in servizio del personale scolastico;
  • Introdotto il Gruppo per l’Inclusione Territoriale per l’assegnazione delle risorse destinate al sostegno.

Chi deve redigere il Piano per l’inclusione

La redazione del Piano Per L’inclusione spetta a ciascuna scuola, nel contesto della definizione del PTOF, il Piano triennale dell’offerta formativa. Il PI condivide con il PTOF la durata triennale. Tuttavia, dato che la sua organizzazione influisce direttamente sulle risorse destinate al sostegno e sul loro utilizzo, vengono compiute revisioni annuali in base al contesto.

In sede di redazione va anche specificato se il Piano per l’inclusione deve rivolgersi esclusivamente a studenti con disabilità certificata, come definito dal precedente art.2, o se va esteso ad altri studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES). Non esistono infatti a riguardo dei decreti attuativi, con il risultato che in assenza di indicazioni definitive del Ministero, alcune applicazioni rimangono a discrezione della scuola.

Com’è fatto il PI: i contenuti

Il Piano per l’Inclusione è considerato uno strumento di progettazione didattica che pone la scuola al centro di una rete sistemica composta da altri attori, pubblici e privati. L’idea è quella che la società, e una pluralità di agenzie educative, siano coinvolte nel processo di inclusione degli studenti con disabilità.

La strutturazione del PI è un processo che richiede un continuo aggiornamento, che tenga conto dei bisogni e delle risorse delle scuole. Si inizia dunque dall’analisi del contesto in cui l’istituzione scolastica si trova a operare.

Da qui si progettano percorsi educativi rivolti alle necessità del singolo, in base al suo stile cognitivo e alle sue attitudini personali. Lo scopo finale è accrescere il capitale umano e socioculturale di ogni studente e quindi della collettività.

Il Piano per l’Inclusione dunque definisce le risorse a disposizione della scuola e il modo in cui esse devono venire utilizzate in maniera coordinata e rispetto ai Piani Educativi Individualizzati (PEI) di ciascun alunno.

Più nel dettaglio il PI individua, sulla base del principio di accomodamento ragionevole, le modalità di:

  • Superamento delle barriere;
  • Individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento;
  • Progettazione e programmazione di interventi volti a migliorare l’inclusione scolastica

L’attuazione del Piano per l’Inclusione si realizza nei limiti delle risorse finanziarie, umane e strumentali a disposizione degli istituti.

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