Il dibattito sulla prova scritta del concorso ordinario per gli aspiranti docenti di scuola secondaria continua a tenere banco. La percentuale di successo è bassissima, ma, nonostante ciò, al momento non rimane che aspettare la prova orale(ne abbiamo parlato anche qui).
Si pensa però già al futuro, con i prossimi concorsi che, almeno in teoria, faranno tesoro delle criticità di quello attualmente in corso. A tale proposito si sono espressi sia il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi, sia il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega oltre che vicepresidente della commissione Cultura al Senato.
Pittoni sul concorso. Una proposta che non prevede test a crocetta
Un fallimento annunciato dove la fortuna gioca un ruolo troppo ampio: questa è l'opinione del senatore Pittoni sulla prova scritta del concorso ordinario.
La percentuale di bocciati, a volte oltre il 90%, era sì prevedibile, ma è anche sintomo di una modalità concorsuale che pur facendo risparmiare soldi e tempo all'Amministrazione, non soddisfa gli aspiranti docenti e non ne intercetta la reale preparazione.
Già consegnata al ministro una proposta di riforma senza questa tipologia di test, composta da una fase transitoria riservata ai docenti precari di lungo corso e da un'altra con concorsi ordinari frequenti e regolari, con prove focalizzate su conoscenze disciplinari e capacità comunicative e relazionale.
Insomma via preselettive e test a risposta multipla, maggiore attenzione all'attitudine dei docenti, alle loro capacità a tutto tondo e alla loro maturità come individui e professionisti.
La prova scritta diventerebbe dunque l'elaborazione di un saggio strutturato sulla base di una serie di quesiti e tracce.
Prevista anche l'istituzione di un percorso accademico di 60 CFU necessari all'ammissione al concorso. Rimane invece come possibile forma dell'orale la progettazione di una unità didattica, in linea con quella che gli aspiranti docenti dovranno affrontare a breve.
Parallelamente al concorso ordinario, verrebbe istituita una procedura d'assunzione in ruolo dalle graduatorie dei supplenti, con un periodo a tempo determinato di 36 mesi di servizio.
Al termine di questi si concorrerebbe per l'abilitazione definitiva frequentando un corso accademico e partecipando a una procedura concorsuale abbreviata, con solo una prova orale che prevede la simulazione di una lezione e la conseguente valutazione dei titoli.
L'idea di Bianchi: Prove inadeguate, si va verso i concorsi annuali
Come Pittoni, anche il ministro Bianchi rileva l'inadeguatezza delle prove concorsuali. Secondo Bianchi è infatti necessario variare il sistema di reclutamento alla luce del fatto che in alcune regioni (Friuli Venezia Giulia ad esempio), complessivamente sono stati bocciati circa l'80% dei candidati.
Bianchi ricorda anche che questo concorso è stato ereditato dal passato, compresa l'organizzazione delle prove e ribadisce l'intenzione di istituire concorsi con frequenza annuale.
Questi concorsi prevederanno una maggiore considerazione della professionalità dei candidati, rispettando quello che per loro è un momento cruciale nella definizione della carriera professionale.
Oltre alla modalità delle prove, sarà dedicata particolare attenzione all'effettiva disponibilità di posti su territori e classi di concorso, cercando di garantire dunque le migliori possibilità a tutti i candidati.