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Più di 200 emendamenti alla riforma del reclutamento docenti presentati al Senato: quali sono le modifiche proposte dalle forze politiche su abilitazione, concorsi, ruolo e formazione. it-IT Editoriale 2022-10-03T15:23:54+02:00
Docenti

Riforma reclutamento docenti: presentati più di 200 emendamenti al Senato per la conversione in legge

Più di 200 emendamenti alla riforma del reclutamento docenti presentati al Senato: quali sono le modifiche proposte dalle forze politiche su abilitazione, concorsi, ruolo e formazione.

Redazione Universo Scuola
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Come avevamo anticipato nelle settimane scorse, all'approvazione del DL n. 36/2022 contenente la riforma del reclutamento docenti deve fare seguito il passaggio in Parlamento per la conversione in legge. Iniziato l'iter, sono già stati presentati più di 200 emendamenti all'art. 44, ovvero l'articolo che racchiude il progetto di riforma del Ministero dell'istruzione. Vediamo quali sono le proposte di modifica delle forze politiche sui quattro grandi ambiti previsti dal nuovo testo:

  • abilitazione all'insegnamento;
  • concorsi annuali;
  • immissione in ruolo;
  • formazione continua.

Le modifiche su abilitazione all'insegnamento e concorsi annuali

Uno degli obiettivi del Ministero dell'Istruzione è la creazione di una procedura univoca che permetta agli aspiranti insegnanti di conseguire l'abilitazione.

Da qui, la sostituzione dei 24 CFU con 60 CFU al netto di un periodo di aggiustamento. Secondo la riforma, gli insegnanti con almeno tre anni di servizio anche non consecutivi possono accedere direttamente ai concorsi, ma se vincitori devono conseguire almeno 30 CFU e sostenere l'esame.

Su questo punto, vuole intervenire un emendamento della Lega, che propone procedure riservate per l'abilitazione dedicate ai docenti con servizio.

Anche i senatori di LeU chiedono modalità semplificate di accesso ai concorsi, con un numero di CFU che dovrebbe essere abbassato a 15. Sempre a firma Pittoni e altri senatori della Lega, si chiede una modifica delle procedure concorsuali: dovranno essere organizzati con cadenza biennale e senza prove preselettive.

Immissione in ruolo dei docenti: i principali emendamenti

Altra questione toccata dalla riforma del reclutamento docenti è quella dell'immissione in ruolo. Il nuovo iter prevede:

  • abilitazione con 60 CFU e prova finale;
  • accesso ai concorsi;
  • immissione in ruolo dei vincitori secondo i posti disponibili.

LeU propone una modifica che riguarda il recente aggiornamento delle GPS. Secondo l'emendamento a tema precariato, entro il 2024 dovrà essere immesso in ruolo tutto il personale docente presente nelle GPS di prima e seconda fascia.

Per quanto riguarda la prova successiva all'immissione in ruolo, ci sono diversi emendamenti trasversali in cui viene richiesta la cancellazione del test.

Un tema diverso viene invece affrontato da Forza Italia e Italia Viva, i quali chiedono una modifica strutturale dello status giuridico dei docenti. Da quanto si legge:
"La professione docente è articolata nei tre distinti livelli di docente iniziale, docente ordinario e docente esperto, cui corrisponde un differente riconoscimento giuridico ed economico della professionalità maturata. L'articolazione in livelli non implica sovraordinazione gerarchica."

Come potrebbe cambiare la formazione continua e obbligatoria dei docenti

Sono molti gli emendamenti presentati dalle forze politiche che riguardano la formazione continua dei docenti. Se per Binetti la Scuola di Alta Formazione deve operare in stretto raccordo con le istituzioni scolastiche - che comunque sono circa 8 mila - per i senatori del PD i criteri della formazione vanno definiti dalla contrattazione collettiva.

Per Italia Viva l'incentivo alla formazione per i percorsi non obbligatori va finanziato usando non i fondi della carta del docente, ma individuando diverse forme di copertura.

Presenti anche alcuni emendamenti sul middle management scolastico, con la previsione di specifici percorsi per accedere alle posizioni.

Tempi di approvazione della riforma: quando sarà legge?

Dopo la presentazione degli emendamenti dal DL n. 36/2022, sarà necessario attendere qualche giorno per consentire all'Ufficio di Presidenza una scrematura delle modifiche non considerate ammissibili.

Poi, bisognerà anche attendere il parere della Ragioneria generale dello Stato, il cui compito è di valutare il costo di ciascuna delle modifiche ammesse all'esame del Senato.

Ciò vuol dire che la discussione vera e propria non partirà prima del 7 giugno, e potrebbe anche slittare di altri giorni.

Al momento, è certo che la politica si muove su due binari:

  • da una parte, è considerata necessaria una riforma del reclutamento docenti;
  • dall'altra parte, sono molti i punti su cui intervenire anche in relazione ai finanziamenti.

Un terzo asse è quello dei sindacati, che da settimane se non mesi chiedono confronti con il Ministero, e che hanno organizzato per oggi uno sciopero generale del personale scolastico.

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