Il Ministro dell'Istruzione ha risposto ad alcune domande in merito al nuovo reclutamento docenti, durante l'audizione al Senato presso le Commissioni Affari Costituzionali e Istruzione. Il DL n. 36/2022, attualmente in fase di conversione in legge, non cessa infatti di generare dubbi e polemiche. Per questa ragione, le risposte di Patrizio Bianchi si sono concentrate su:
- stabilizzazione dei precari;
- nuovo percorso di conseguimento dell'abilitazione;
- formazione continua e obbligatoria dei docenti;
- i numeri sulle prossime assunzioni.
Vediamo nello specifico cosa risponde il Ministro alle polemiche che - fra le altre conseguenze - porteranno anche a uno sciopero generale della scuola il 30 maggio 2022.
Nessun accanimento contro i precari, che devono essere valutati
Il primo tema affrontato in audizione riguarda la domanda posta dal senatore della Lega e presidente della Commissione Istruzione del Senato Mario Pittoni. Alla richiesta di chiarimenti sulle modalità di stabilizzazione dei precari con almeno 36 mesi di servizio, il Ministro ha risposto:
"Nessuno vuole massacrare i precari, perché i risultati dei concorsi attuali non sono diversi da quelli del passato. Nessuno ha l'ossessione di voler far fuori i precari, né io né il Ministero. Ma c'è l'ossessione di valutare."L'immissione in ruolo può quindi verificarsi soltanto dopo un'attenta valutazione dei supplenti che già però hanno lavorato per 3 anni nella scuola. Di fronte a un impianto che non può essere sradicato, continua Bianchi, il Parlamento può fare certamente una proposta. Questa però deve incontrare gli impegni assunti per il PNRR.
Concorsi annuali per combattere il precariato
Il Ministro dell'Istruzione rivendica inoltre il nuovo percorso che dovranno affrontare coloro che vogliono diventare docenti:
"Abbiamo fissato un percorso standard per chi vorrà fare l'insegnante: la magistrale più 60 crediti che saranno anche di pedagogia, didattica della materia specifica e di tirocinio. Questo sarà un percorso abilitante e ci sarà poi il concorso"E proprio il nodo sui concorsi annuali, proposti dal Ministro Brunetta per combattere il precariato, è fra quelli che genera più discussioni. Innanzitutto il modello con i quesiti a risposta multipla sarà cambiato dal 2025, sottolinea Bianchi, anno in cui si tornerà alle domande aperte.
Inoltre, verrà istituita una Commissione il cui compito sarà quello di decidere le modalità di svolgimento dei concorsi su base annuale.
Formazione unica alternativa alle verifiche individuali dei docenti
Questione altrettanto bollente è quella della formazione continua e obbligatoria, sia per quanto riguarda le modalità, con la creazione di una Scuola di Alta Formazione, sia per quanto riguarda i finanziamenti previsti.
Per il Ministro Bianchi, una formazione così concepita è l'alternativa ideale al modello di verifica individuale delle performance degli insegnanti:
"Nella proposta della Commissione, la retribuzione individuale dei docenti era connessa con il merito. Noi abbiamo ritenuto che nella storia italiana questo avrebbe significato l'abbandono della contrattazione collettiva, quindi abbiamo ribadito che se si doveva misurare il merito, si sarebbe misurato sulla formazione."Insomma spostare la valutazione sulla formazione dovrebbe, nelle intenzioni del Ministero, permettere un investimento sul merito. La formazione avrà peraltro un focus sul digitale, così che i docenti possano guidare i ragazzi a un uso critico delle nuove tecnologie, mettendoli in guardia sui rischi del web e sui nuovi linguaggi.
Entro il 2024 70 mila assunzioni, ma il calo della natalità è alle porte
In ultimo, il Ministro dell'Istruzione ha anche dato dei dati sulle prossime assunzioni, sempre richieste per il conseguimento degli obiettivi contenuti nel PNRR.
Queste le sue parole:
"L'anno scorso abbiamo assunto 57 mila insegnanti, quest'anno ne assumeremo altri 61 mila e poi altri 70 mila entro il 2024: una delle milestone per accedere ai fondi del PNRR. Il modo fondamentale di poter procedere è fare percorsi e concorsi."Bianchi rivendica quindi tutte le procedure messe in atto dal Ministero e dal Governo per rispettare gli impegni presi con l'Europa e assumere gli insegnanti richiesti. Ciò non toglie però che dal 2026 il numero di docenti verrà tagliato per far fronte al calo della denatalità. Si tratta di un problema affrontato nel corso dell'audizione, se non altro dal punto di vista della possibile emergenza. Sostiene il Ministro:
"La vera emergenza non saranno più le classi pollaio ma il fatto che non riusciremo a fare le prime. La rapida caduta demografica che già stiamo vedendo alla primaria ci pone un problema che oggi non vediamo alle superiori."