09 Novembre 2022 News Commenti

No alla scuola basata su religione, patria e famiglia: gli studenti verso la mobilitazione nazionale del 18 novembre

Il mese di novembre è cominciato all'insegna delle proteste da parte degli studenti contro le politiche del Governo Meloni. Dopo la mobilitazione romana del 18 ottobre, infatti, da alcune settimane continuano le occupazioni e le azioni di sensibilizzazione in vista della grande manifestazione del 18 novembre. Facciamo il punto della situazione sulle richieste degli studenti e su tutte le organizzazioni che hanno aderito alla mobilitazione.

Sciopero studenti 18 novembre: le ragioni della protesta

La manifestazione del 18 novembre coinvolgerà le piazze delle principali città italiane e vedrà l'adesione degli studenti delle scuole superiori e non solo. Che moltissimi ragazzi non condividano le politiche del Governo Meloni è ormai chiaro a tutti. Le ragioni della protesta vanno però più indietro nel tempo, almeno a quanto espresso già negli Stati Generali della scuola che si sono svolti nel febbraio 2022.

Queste le rivendicazioni da parte degli studenti per la mobilitazione del 18 novembre:

  • legge nazionale sul diritto allo studio;
  • abolizione dei PCTO a favore dell'istruzione integrata;
  • maggiore rappresentanza e partecipazione;
  • scuole sicure dal punto di vista della salute fisica e della salute mentale;
  • nuovo statuto dei diritti degli studenti.

Oltre agli studenti e alle associazioni studentesche delle scuole superiori, parteciperanno alla manifestazione nazionale anche diverse altre realtà.

Da una parte, per quanto riguarda l'Università ci saranno Link Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. Dall'altra parte, saranno presenti anche Action Aid, Brigata Basaglia, FIOM, FLC CGIL, Legambiente, Libera contro le mafie, NoCPR, Non una di meno.

No a religione, patria e famiglia: per gli studenti serve una didattica innovativa

A fare luce sulle rivendicazioni degli studenti e sulle critiche al Governo Meloni è Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell'Unione degli Studenti.

Nelle parole della studentessa:
"Non vogliamo essere educati ai valori della patria o del nazionalismo. [...] in un mondo contrassegnato da innumerevoli conflitti e ingiustizie, vogliamo che a scuola si parli di solidarietà tra i popoli, di pace, di disarmo, di equità sociale e contrasto ad ogni disuguaglianza."Gli studenti si mobilitano contro il modello di scuola che il Governo e il Ministro dell'Istruzione vogliono imporre e che riguarda anche il concetto di merito.

Per questa ragione, fra le richieste c'è anche il riconoscimento del ruolo che gli studenti hanno all'interno della scuola e dei suoi processi decisionali. Secondo gli organizzatori della protesta, è quindi necessario aumentare il numero di studenti in Consiglio di Istituto.

Conclude la coordinatrice nazionale UDS:
"Non accettiamo un modello di scuola retrogrado basato su dei valori di matrice postfascista quali religione, patria e famiglia: il 18 novembre saremo in piazza per una didattica innovativa, partecipata, antifascista, antirazzista, transfemminista ed ecologista."

Gli studenti occupano le scuole: i casi fra ottobre e novembre

Come accennato in introduzione, fra le azioni di protesta delle ultime settimane ci sono anche diverse occupazioni studentesche a dispetto del Decreto Rave.

Dopo l'occupazione del Liceo Manzoni all'indomani della vittoria elettorale del centrodestra, a inizio ottobre hanno occupato gli studenti del Liceo Argan di Roma e quelli del Liceo Cavour. Gli sgomberi hanno calmato i primi malumori anche al Liceo Virgilio.

A fine ottobre è stato il turno del Liceo Albertelli e a inizio novembre gli studenti hanno occupato il Liceo Rossi, sempre a Roma. Anche in questo caso le forze dell'ordine sono entrate in borghese nei locali scolastici minacciando di identificare e denunciare gli occupanti.

Ultimo caso è quello di ieri, in cui gli studenti del Liceo Spedalieri di Catania hanno occupato per protestare contro le politiche sulle ONG del Governo Meloni in solidarietà ai migranti.

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